Pubblicato il 6 Aprile 2022
La sfida per la mobilità urbana del futuro sarà riuscire a trasportare in maniera capillare flussi sempre maggiori di persone e merci e farlo in maniera sostenibile.
Ne ha parlato Ennio Cascetta, presidente del Cluster Trasporti Italia, in introduzione ai lavori della Tavola Rotonda Le sfide di sistema e le tecnologie per una mobilità urbana sostenibile organizzata nell’ambito della Fiera Automation & Testing (A&T) in corso a Torino fino all’8 aprile, dedicata a innovazione, tecnologie, affidabilità e competenze 4.0.
La strada della mobilità urbana verso la sostenibilità – ha spiegato Cascetta – passa attraverso le nuove possibilità offerte della tecnologia.
E si tratta di una sostenibilità che dobbiamo considerare declinata in tre accezioni fondamentali:
ambientale: riguarda la questione fondamentale del rispetto degli obiettivi della Commissione Ue e dell’Onu su riduzione/azzeramento di emissioni globali (CO2) e locali (PM10, emissioni sonore)
sociale: i trasporti giocano un ruolo importante dal punto di vista dell’equità e inclusione, dovendo garantire il diritto alla mobilità delle persone, e per l’impatto che possono avere sulla salute (incidentalità, malattie cardio vascolari, stress), per i costi a carico delle famiglie e condizioni di lavoro che comportano.
economica: è necessario infine puntare alla massima efficienza nella produzione dei servizi di trasporto, a un uso ottimale delle risorse pubbliche per infrastrutture, all’attivazione nuovi mercati per la mobilità.
Il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità è legato in buona sostanza alla messa in atto di politiche ASI, basate cioè sui concetti di Avoid, Shift, Improve:
Per quanto riguarda il primo aspetto, misure attuabili a breve termine sono la promozione dello smart working e di tutte quelle azioni che possono contribuire a ridurre o razionalizzare gli spostamenti, come ad esempio un e-commerce ragionato
A medio-lungo termine, invece, si può immaginare l’intervento da parte delle amministrazioni di opportune politiche di Transit Oriented Development (TOD) per incrementare la densità abitativa in prossimità dei terminali di trasporto o la promozione di servizi di prossimità e “accessibilità frattali”: un esempio è il paradigma della “città dei 15 minuti” che prevede la possibilità per l’utente di soddisfare i propri bisogni primari a pochi minuti – a piedi o in bici – dal luogo di residenza, così da incentivare le forme di mobilità dolce.
Naturalmente la messa a punto di politiche di questo tipo richiederà un ragionamento su quali sono i servizi da considerare come essenziali e, quindi, rendere di prossimità; ci sarà l’incognita sul fatto che i servizi essenziali oggi, continuino ad esserlo anche domani; alcuni modelli urbani si presteranno più di altri a tale trasformazione.
Per quanto riguarda lo Shift modale verso trasporti più green, tra le misure a breve termine figurano la promozione forme di mobilità dolce (ciclopedonale, servizi di micromobilità in sharing, ecc.), il miglioramento della qualità del servizio TPL (maggiore frequenza e puntualità delle corse, monitoraggio delle flotte), tariffazione della sosta per i mezzi più inquinanti, road pricing e trip pricing; integrazione modale e tariffaria; servizi di e-ticketing e infomobility e adozione sempre più massiccia ed estesa del paradigma MaaS – Mobility-as-a-Service
Le misure a medio-lungo termine in questo ambito riguardano la messa in atto di interventi infrastrutturali, come l’aumento dei chilometri di rete su ferro, la realizzazione di nuove stazioni ferroviarie e metropolitane.
Per quanto riguarda infine un miglioramento dei servizi di trasporto attraverso le nuove tecnologie, gli interventi per ridurre le emissioni a parità di scelta modale sono costituiti dall’adozione di incentivi all’acquisto di veicoli di piccole dimensioni e/o con alimentazione green o l’aumento del coefficiente di riempimento dei veicoli (es. incentivi al car-pooling, corsie preferenziali per gli High-Occupancy Vehicles – HOVs).
Ci sono poi le misure per rendere il trafficopiù fluido (servizi C-ITS), come GLOSA – Green Light Optimal Speed Advisory e CACC – Cooperative Adaptive Cruise Control.
Per portare a compimento la settima rivoluzione dei trasporti però fondamentali saranno le innovazioni tecnologiche abilitanti, che dovranno avvenire lungo tre principali direttrici:
1) Decarbonizzazione dei trasporti
È in corso una trasformazione dei motori di trazione, delle fonti di energia, delle reti di approvvigionamento. Gli obiettivi mondiali, europei e nazionali puntano al 2050 come traguardo carbon-neutral.
Gli obiettivi più prossimi sono una riduzione delle emissioni di CO2 del 15% entro il 2025 e almeno del 30% entro il 2030
2) Veicoli autonomi e connessi
Introduzione di Tecnologie dell’informazione e della Comunicazione (ICT), della digitalizzazione dell’automazione, dell’intelligenza artificiale, della tecnologia 5G.
Un’auto a guida autonoma, dotata di combinazione di sensori, telecamere, radar e intelligenza artificiale (AI), consente di effettuare spostamenti senza necessità di intervento umano.
La diffusione di veicoli autonomi e connessi ha il potenziale di modificare profondamente costi, prestazioni, disponibilità, modelli di possesso e utilizzo per viaggiatori e merci.
L’innovazione riguarda anche le infrastrutture (smart road).
3) Nuovi servizi di mobilità
Le innovazioni tecnologiche legate alla ICT e alla APP-economy rendono possibili nuovi servizi di mobilità e per la mobilità che stanno trasformando radicalmente i servizi di mobilità.
Si tratta dei nuovi servizi di MaaS e Infomobility, che descrivono un nuovo modo di spostarsi sostituendo al concetto di possedere il veicolo, quello di servizio di mobilità.
Questo ambito comprende:
I servizi di Informazioni (waze, Google maps, moovit, Citymapper), le app per lo sharing dei veicoli, Uber
Smart pricing, come il road pricing, pedaggio per uso delle strade in relazione ai livelli di congestione e le fasce orarie (es. Londra), tipo del veicolo Euro (es. Milano) e trip pricing, il pedaggiamento dell’intero viaggio in relazione alla congestione (es. Singapore), alle alternative di percorso e di modo disponibili
Smart mobility, come la prenotazione e acquisto del viaggio con bike sharing, auto propria, car pooling, trasporto pubblico; possibilità di costruire percorsi alternativi; pagare biglietti e tariffe per parcheggi.
Smart control; infine è possibile l’utilizzo delle nuove tecnologie ICT, IoT e RFiD per la gestione flotte (AVL, ottimizzazione marcia veicoli ibridi, ecc.), degli accessi in specifiche aree in funzione della congestione/ore della giornata, per promuovere comportamenti safe e green attraverso bonus/incentivi assicurativi.