Pubblicato il 17 Giugno 2022
Nel I trimestre 2022 i consumi energetici nel nostro Paese risultano ancora in crescita (+2,5%). Sebbene i valori rimangano ancora inferiori ai livelli pre-pandemia, si tratta del 5° trimestre consecutivo di aumento. In crescita anche le emissioni di CO2 (+8% circa) per il maggior utilizzo di fonti fossili (+7% circa) dovuto alla contrazione dell’import di energia elettrica (-20,5%) e delle rinnovabili elettriche (-9,5%), penalizzate dal crollo dell’idroelettrico (-40%) non compensato dall’incremento di eolico e solare (+11%).
Questi i dati principali che emergono dall’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano realizzata dell’ENEA che evidenzia anche una nuova diminuzione (-29% sul trimestre precedente) dell’indice ENEA-ISPRED, che misura l’andamento della transizione energetica sulla base di prezzi, emissioni di CO2 e sicurezza degli approvvigionamenti.
“Il balzo delle emissioni di anidride carbonica e i prezzi record dell’energia hanno fortemente penalizzato l’ISPRED – spiega Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che coordina l’Analisi –. A questi livelli, per rispettare i nuovi obiettivi europei Fit for 55 (riduzione al 2030 del 55% delle emissioni nette dell’UE rispetto al 1990) sarà necessario un taglio di oltre 100 milioni di tonnellate di CO2 nei prossimi otto anni”.
Il forte aumento di emissioni di CO2 – spiega l’ENEA – è riconducibile per circa il 40% a terziario, trasporti e residenziale e per il 60% a industrie energivore, raffinerie e, in particolar modo, alla produzione di energia elettrica da carbone che ha determinato un incremento tendenziale delle emissioni di oltre il 25%, la variazione più marcata degli ultimi 20 anni.
Buona parte della ripresa della domanda del I trimestre 2022, infatti, è legata al forte aumento dei consumi di carbone (+0,4 Mtep, pari a +25%), tornati nella generazione elettrica quasi ai livelli pre-Covid, e di petrolio (+1,6 Mtep, pari a +14%), mentre il gas naturale segna un modesto +1% (+0,2 Mtep).
I consumi sono comunque cresciuti meno del PIL per effetto del calo della produzione industriale, dell’inverno mite, ma anche dei prezzi record che hanno contribuito a frenare la domanda (in particolare quella di gas negli usi diretti: -8% nell’industria, -2% nel civile).
“Tuttavia – sottolinea Gracceva – la forte ripresa dei volumi di traffico di passeggeri e merci su strada, tornati ai livelli pre-pandemia, porta a stimare una crescita dei consumi di energia ben superiore al 2% anche nel secondo trimestre, con una previsione di oltre il 2% per tutta la prima metà dell’anno. Si tratta di valori maggiori a quelli registrati nell’Eurozona, dove l’incremento trimestrale è stato di poco superiore all’1%, un trend che prosegue dallo scorso anno anche per le emissioni”.