Pubblicato il 18 Marzo 2024
Raggiunto l’accordo provvisorio sul Net Zero Industry Act ad inizio febbraio. Ma ora le industrie di settore chiedono finanziamenti e maggiori aperture sulle tecnologie.
Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno infatti raggiunto un accordo sul Regolamento che istituisce un quadro di misure per rafforzare l’ecosistema europeo di produzione di prodotti tecnologici “a zero emissioni”, meglio noto come “net-zero Industry Act” (NZIA).
Obiettivo del regolamento la diffusione industriale delle tecnologie a impatto zero, ritenute necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Ue. Secondo i legislatori europei occorre “sfruttare la forza del mercato unico per rafforzare la leadership dell’Europa nelle tecnologie verdi industriali“.
Il regolamento deve ancora essere formalmente adottato sia dal Consiglio che dal parlamento. Ma vediamo quali sono le principali misure previste dalla nuova norma.
Il primo passo sarà l’istituzione di un elenco unico di tecnologie a zero emissioni, con criteri per la selezione di progetti strategici in quelle tecnologie che contribuiranno meglio alla decarbonizzazione.
L’idea è di semplificare le procedure di concessione delle autorizzazioni, rendere più facili le condizioni per investire in tecnologie green, facilitare l’accesso al mercato per i prodotti tecnologici strategici, migliorare le competenze della forza lavoro europea in questi settori e creare una piattaforma per coordinare l’azione dell’Unione europea in questo settore. Per questi scopi si intende creare vere e proprie accademie industriali a zero emissioni nette.
I sandbox normativi saranno quadri normativi favorevoli per lo sviluppo, il test e la convalida di tecnologie innovative. Vi saranno norme semplificate sulle procedure di autorizzazione edilizia, la creazione di valli industriali a zero emissioni, chiarezza sui criteri per gli appalti pubblici e le aste.
Due sono i parametri indicativi che testeranno il raggiungimento degli obiettivi di NZIA: il raggiungimento del 40% della produzione necessaria per coprire il fabbisogno dell’Ue in prodotti tecnologici strategici e la loro evoluzione rispetto alla produzione mondiale. In particolare si guarderà a prodotti come i pannelli solari fotovoltaici, turbine eoliche, batterie e pompe di calore. La proposta fissa inoltre un obiettivo specifico per la cattura e lo stoccaggio del carbonio della CO2, con una capacità annua di iniezione di almeno 50 milioni di tonnellate da raggiungere entro il 2030.
Secondo le principali case automobilistiche e di componentistica europea, però, occorrerebbero misure di finanziamento ulteriori e dedicate specificamente a Nzia. L’altra critica riguarda l’indicazione di un elenco predefinito di tecnologie. Sarebbe necessario un quadro di politica industriale che stimoli l’innovazione attraverso le tecnologie automobilistiche. Spiegano gli industriali che “la forza del settore automobilistico europeo è l’interazione tra fornitori specializzati e produttori di veicoli. I veicoli sono sistemi complessi formati da migliaia di componenti che insieme forniranno una mobilità sicura, intelligente e sostenibile. I veicoli a zero emissioni sono quindi più di una batteria o di una cella a combustibile su ruote”.
L’industria automobilistica europea ha le capacità tecnologiche per fornire e ottimizzare veicoli a emissioni nette zero, prodotti in fabbriche intelligenti che aiutano a superare gli svantaggi in termini di energia e costi di produzione