Pubblicato il 15 Luglio 2024
Sono positivi e fanno registrare una crescita i dati per la mobilità nel settore trasporti in questo primo trimestre 2024.
A rendere nota l’analisi il Report trimestrale dell’Osservatorio sulle tendenze di mobilità predisposto dalla Struttura Tecnica di Missione (STM) del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
L’Osservatorio, infatti, a partire dal periodo della pandemia, pubblica trimestralmente e poi annualmente un’analisi sulla domanda, le richieste e le tendenze della mobilità in Italia.
Lo studio è fondamentale per strutturare interventi, anche politici, che abbiano l’impatto desiderato.
La valutazione delle tendenze di mobilità, infatti, serve a monitorare l’andamento e le necessità del settore dei trasporti e della logistica, anche al fine di pianificare e programmare i futuri investimenti nelle infrastrutture e nei servizi di trasporto.
Questo primo trimestre ha fatto registrare una rilevante crescita della domanda di mobilità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E si tratta senza dubbio di un dato incoraggiante.
Risulta particolarmente interessante il confronto con i dati rilevati questo trimestre e quelli pre-Covid (stesso periodo del 2019): in tale contesto, i maggiori segnali di crescita si sono registrati nella domanda passeggeri dei settori traghetti (+26% rispetto al 2019) e crociere (+47%).
I dati gennaio – marzo 2024
Il rapporto evidenzia sensibili aumenti della domanda passeggeri sia dell’alta velocità (+6%) che del servizio Intercity (+8%) a fronte di un aumento del servizio rispettivamente del 2% e del 1%.
Aumentano anche i passeggeri del trasporto aereo che fanno registrare un +12% a fronte di un’offerta servizi aumentata dell’ 8%.
Ottimo il dato della domanda passeggeri per le crociere (+50%) nell’ambito del trasporto marittimo, eppure diminuisce la domanda passeggeri per i traghetti (-7%).
Resta quasi invariato il dato relativo ai trasporti dei veicoli leggeri sulla rete Anas a fronte di un lieve aumento nella rete autostrade (+2%).
I dati dei veicoli pesanti, invece, sono estremamente interessanti, perché crescono del 1% sulla rete Anas e invece si riducono del 2% sul resto delle autostrade. Questa differenza dovrebbe spingere analisti e politici a riflettere sulle cause e a porre eventuali rimedi al calo sulla rete di autostrade in concessione. Anche se la flessione potrebbe addebitarsi ad una maggiore intermodalità nei trasporti merci.
I dati sugli spostamenti degli italiani
Due le rilevazioni che hanno condotto al report finale: i dati raccolti dall’Fs centre tramite le schede sim degli italiani e quelli raccolti dall’Osservatorio “Audimob” su stili e comportamenti di mobilità degli italiani che interessa un campione statisticamente significativo della popolazione compresa fra 14 e 84 anni (universo di riferimento pari a 49,9 milioni di residenti). Si tratta, in quest’ultimo caso di indagini telefoniche. L’errore statistico, nell’intervallo di confidenza del 95%, è pari allo 0,9% per i dati nazionali. Il campione è stato distribuito territorialmente per ogni giornata di indagine in modo da evitare concentrazioni delle interviste di una singola regione in una singola giornata.
Da un confronto con il trimestre precedente (quarto trimestre 2023) emerge un aumento degli spostamenti medi giornalieri di circa il 3,5% rispetto a dicembre 2023; al contrario con riferimento ad analogo periodo dello scorso anno (marzo 2023), si osserva una riduzione degli spostamenti medi giornalieri (-3,5%).
La mobilità degli italiani varia anche nel tempo e, in particolare, tra i giorni della settimana. A fronte di un numero di spostamenti quotidiani che arriva quasi a 98 milioni durante i giorni feriali, il valore scende a quasi 90 milioni al sabato e alla domenica (circa -8,5%). Nei giorni festivi e prefestivi sono più bassi anche gli spostamenti medi pro-capite (2,51 contro i 2,56) e più contenute le distanze percorse.
L’analisi della distribuzione degli spostamenti per classi di distanza mostra come, a marzo 2024, la percentuale di utenti medi/giorno che si spostano entro i 25 km è oltre il 40% del totale, percentuale che cresce sino a circa il 66% per gli spostamenti su una distanza entro i 50 km.