motori endotermici

Pubblicato il 13 Settembre 2024

Il bando ai motori endotermici va rivisto. E la revisione non può attendere il 2026. È sostanzialmente questa la posizione annunciata dal Ministro alle Imprese e al Made in Italy Adolfo Urso durante il meeting di Cernobbio.

Urso intende portare la proposta italiana già al prossimo incontro del 25 settembre.

«Due anni nell’incertezza non li può sostenere nessuno – ha detto Urso al Forum Ambrosetti di Cernobbio – non si può seguire la follia ideologica e quasi religiosa del “tutto elettrico”. È cruciale anticipare l’esecuzione delle clausole di revisione del regolamento sulle auto green. Bisogna decidere ora, all’inizio della nuova legislatura, anticipando la decisione prevista nel 2026. Il rischio è di portare al collasso l’industria dell’auto».  

Il prossimo 25 settembre, infatti, si terrà il vertice dell’Unione Europea convocato dalla presidenza ungherese. In quella data verrà presentata una proposta del governo italiano per anticipare al 2025 la revisione sullo stop alla produzione di veicoli endotermici al 2035.

Le preoccupazioni sul divieto di produrre motori endotermici dal 2035 sono diffuse e condivise dai produttori europei del settore automotive. La clausola, nonostante vi sia una revisione annunciata tra due anni, sta già provocando effetti economici e sociali enormi. Ecco perché appare necessario anticipare la revisione. 

Il parere degli industriali

Anche il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, non fa giri di parole in proposito. 

«Sull’automotive rischiamo la débâcle, gli occupati del settore rappresentano 1’11% dei lavoratori
europei. Lo stop al motore endotermico nel 2035 mette a rischio il lavoro di 70mila persone. Si deve agire subito, entro novembre, per salvaguardare la neutralità tecnologica e il know how dei Paesi».

Tra chi accoglie con notevole aspettativa le parole del Ministro Urso spicca Matteo Cimenti presidente di Assogasliquidi-Federchimica. «Abbiamo sempre considerato sbagliato, da parte dell’Ue, puntare su di un unico vettore per il futuro e imporre per legge il divieto di produzione delle auto a motore endotermico. La revisione del bando ridarebbe slancio ad un settore vitale dell’economia europea e consentirebbe all’industria di investire in ricerca».

Il ruolo della Lombardia 

Al coro italiano di favorevoli alla revisione anticipata del bando ai motori endotermici si aggiunge Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia, che dalla fine di novembre sarà a capo dell’Alleanza tra le Regioni europee dedicata all’automotive. 

Guidesi non ha dubbi sul da farsi: «Piena neutralità tecnologica in questa transizione: bio e carburanti sintetici per una pluralità di trazione, salvaguardando sempre gli aspetti economici e sociali. In pratica, tutto ciò che può permettere di raggiungere con pragmatismo una mobilità a impatto zero».

La voce della Commissione Industria ed Energia

«Le fabbriche iniziano a chiudere, a licenziare e a delocalizzare la produzione in Paesi extra Ue, come la Cina, – aggiunge Isabella Tovaglieri, componente della Commissione industria ed energia – dalla quale presto saremo costretti a importare gli stessi veicoli a prezzi maggiorati a causa dei dazi imposti, seppur tardivamente, dalla Commissione Ue».

Finora c’è stato l’impegno della presidente Ursula von der Leyen sulla neutralità tecnologica che, però, si è concentrato solo sui carburanti sintetici, come da richiesta tedesca. Ora, e a chiederlo non sono soltanto i vertici governativi e dell’industria italiana, ma anche molte voci europee si sono fatte sentire in proposito, bisognerà riaprire la partita dei bio-carburanti e, in generale, la filiera del gas naturale. 

Gli occhi e le orecchie del mondo automotive, ma anche della ricerca, sono dunque puntati al vertice del 25 settembre per riaprire la discussione e rivedere il bando ai motori endotermici.