Pubblicato il 11 Dicembre 2024

Ha compiuto sessant’anni ad ottobre. E se pure li dimostra l’Autostrada del Sole, che il 14 ottobre del 1964 cambiò il destino dell’Italia intera, riveste ancor oggi un ruolo fondamentale. A sostenerlo in un suo intervento su Milano Finanza è il Presidente di Cluster Trasporti Ennio Cascetta.

Quel nastro di asfalto che il Presidente Aldo Moro definì “un’opera ardita geniale” e “un’impresa di cui siamo orgogliosi” riuscì, infatti, dove altro aveva fallito: rese l’Italia intera dal Nord al Sud.

«La costruzione dell’Autostrada del Sole – racconta il professor Cascetta – fu davvero parte del miracolo italiano. I suoi 780 chilometri vennero infatti costruiti in soli 8 anni, dal 56 al 64». E a pensarci sarebbe un miracolo anche oggi.

«Attraversava un territorio geo -morfologicamente molto complesso, dagli Appennini ai fiumi, e toccava tutte le grandi città, da Milano a Napoli. Oggi probabilmente non sarebbe possibile».

Ponti e viadotti che resistono ancora e che sono ritenuti un capolavoro di ingegneria. 

«Soprattutto considerando materiali, macchine e tecniche realizzative dell’epoca» – sottolinea Cascetta.

I maggiori quotidiani dell’epoca dedicarono spazio alla nostra Autostrada del Sole e gli italiani ne andarono giustamente orgogliosi. 

Il cambiamento che generò l’Autostrada del Sole

«I tempi di percorrenza si dimezzarono – spiega Cascetta – dalle 14 ore del 1960 alle 6 ore di oggi per andare da Roma a Milano. Il traffico dell’Autostrada del Sole in sessant’anni è cresciuto del 460% e gli ampliamenti degli ultimi venti anni hanno collegato davvero tutto il Paese. La nostra A1 ha accompagnato la motorizzazione di massa e la crescita del turismo, lo sviluppo delle grandi aree metropolitane…La usano tutti. E nel corso dei decenni lungo l’autostrada si è localizzata la produzione industriale».

Per Cascetta l’Autostrada del Sole può essere definita «il nastro trasportatore del Pil italiano», infatti il 70% delle attività manifatturiere e della logistica si trova entro un raggio di 20 chilometri dall’autostrada.

  

 

 

 

L’autostrada non penalizza la ferrovia

E non sarebbe vero quanto affermato da molti, cioè che l’autostrada abbia penalizzato le altre modalità di trasporto, come la ferrovia, per incentivare solo l’industria dell’auto.

«I numeri raccontano un’altra storia – spiega Cascetta – È vero che siamo stati i primi a costruire autostrade, ma non siamo certo quelli che ne hanno di più. Solo 7mila chilometri, a fronte dei 9mila francesi, 11mila tedeschi e 13mila spagnoli. Anche rispetto nel resto d’Europa il trasporto su strada prevale sulle altre modalità. La ferrovia è fondamentale dove è competitiva, nelle aree urbane o per il trasporto merci transalpino. Ma – chiosa Cascetta – non può sostituire il trasporto su strada». 

Oggi si sta riscoprendo l’importanza di questa infrastruttura che ha un ruolo fondamentale più che nel passato. Ma, sostiene il professore, necessita di interventi di adeguamento.

«Si chiama manutenzione rigenerativa – spiega – che si effettua soprattutto su ponti e gallerie rendendo possibile allungare la vita dell’autostrada di altri 60 anni. È una tecnologia nuova sviluppatasi dopo il crollo del Ponte Morandi e noi siamo di nuovo primi in Europa».

Eppure non basta possedere la tecnologia all’avanguardia…

«Occorrono ingenti investimenti e competenze tecniche per continuare a godere dei benefici dell’Autostrada del Sole. – conclude Cascetta – E Aspi ha avviato già da qualche tempo questo tipo di lavoro, costruendo un gruppo industriale capace di affrontare le grandi sfide che ci attendono».