Deal

Pubblicato il 28 Febbraio 2025

 

La Commissione europea ha svelato il Clean Industrial Deal, un quadro strategico per supportare le imprese del Continente e trasformare la decarbonizzazione in un’opportunità di crescita.

L’obiettivo del piano è sostanzialmente quello di attuare il Green Deal, il patto verde per raggiungere la neutralità climatica. Nel Clean Industrial Deal infatti, le misure prioritarie sono quelle legate sostenibilità anche se non slegate dalla competitività industriale. Si parla infatti di temi come l’abbassamento dei prezzi dell’energia, la valorizzazione della circolarità e la creazione di posti di lavoro di qualità. Misure che, di fatto, rientrano nel paradigma Industria 5.0.

Clean Industrial Deal e logistica 

Repentina è stata la risposta dell‘Iru, l’unione internazionale dei trasporti su strada, Secondo l’Iru, il piano proposto dalla Commissione Europea riconosce il ruolo della competitività nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione ma sembra trascurare comparti critici che supportano la produzione industriale e forniscono servizi essenziali per la mobilità pulita.

Sebbene il Clean Industrial Deal delinei azioni concrete per trasformare la decarbonizzazione in un motore di crescita, non tiene conto di componenti fondamentali della supply chain logistica che sostengono la manifattura europea. Il trasporto su strada gioca un ruolo chiave in questa catena, assicurando il collegamento tra i vari segmenti del trasporto intermodale e garantendo la consegna dell’ultimo miglio.

Inoltre, le misure previste devono essere non solo efficaci, ma anche economicamente sostenibili. La rete infrastrutturale attuale non è adeguata a soddisfare la crescente domanda derivante dalla diffusione dei veicoli elettrici, sollevando dubbi sulla disponibilità di energia e sulle potenziali interruzioni della catena di fornitura.

“Mentre il pacchetto sulla rete europea previsto per il 2026 rappresenta un piccolo passo avanti, è necessaria una strategia armonizzata per garantire aggiornamenti infrastrutturali adeguati all’adozione su larga scala di veicoli elettrici” – ha dichiarato a riguardo Raluca Marian, Direttore UE di Iru che ha evidenziato come l’iniziativa europea sia carente nel considerare settori critici dell’industria manifatturiera e dei servizi di mobilità sostenibile

Attenzione alla supply chain e misure per stimolare la domanda

Un aspetto positivo è la revisione pianificata delle direttive sugli appalti pubblici, che impone alle autorità pubbliche di assegnare contratti basandosi su criteri ambientali. Tuttavia, permangono preoccupazioni sull’iniziativa di “greening of corporate fleets”.

Gli alti costi iniziali dei veicoli elettrici a batteria (BEV) e le limitate infrastrutture di ricarica rappresentano ostacoli significativi per il settore privato. Gli appalti pubblici possono mitigare questi problemi incentivando investimenti e riducendo il costo complessivo per le flotte private, ma una netta distinzione tra finanziamenti pubblici e privati è necessaria per evitare distorsioni di mercato.

Inoltre, stabilire obblighi di acquisto per veicoli a zero emissioni (ZEV) senza un’adeguata preparazione rischia di limitare i diritti di proprietà. “In un’economia di mercato, la regolamentazione della domanda dovrebbe avvenire solo in caso di fallimento del mercato, il che non è evidente”, ha sottolineato Marian, aggiungendo che la priorità dovrebbe essere creare condizioni favorevoli per tutte le tecnologie verdi.