Pubblicato il 29 Dicembre 2016
Saranno utilizzati anche per il veicolo connesso i satelliti del sistema di navigazione europeo Galileo, controllato dalla Telespazio nel Fucino, in provincia dell’Aquila.
Tra le applicazioni cui sarà destinata l’innovativa tecnologia abruzzese, infatti, ci sono anche quelle dedicate al comparto automotive. Il progetto relativo al cosiddetto veicolo connesso, dotato cioè di dispositivi di geo-localizzazione, cybersicurezza e funzioni avanzate per la navigazione dinamica e di sicurezza.
Come riporta il quotidiano Il Centro, il primo telefonino in grado di “leggere” i satelliti del sistema di navigazione europeo Galileo è il cinese Huawei Mate 9 che rileva tre dei 18 satelliti in orbita.
Galileo è dunque operativo. – riporta Il Centro – Intanto la Società Spaceopal, guidata da Leonardo tramite la controllata Telespazio ha firmato un contratto dal valore massimo di 1,5 miliardi di euro per la gestione per 10 anni del programma di navigazione e localizzazione satellitare.
A regime i satelliti saranno 27, con tre satellitidi backuppronti a essere posizionati sull’orbita giusta per supplire a eventuali guasti. Per ricevere i satelliti che orbitano a circa 23.000 chilometri di altezza servono due elementi: un processore capace di gestire i segnali ricevuti dalle antenne e dei software in grado di riconoscere questi segnali. I produttori di SoC per smartphone e tablet e di dispositivisatellitari hanno già iniziato da tempo a inserire il supoporto al Global navigation satellite system Galileo e anche chi sviluppa software ha fatto i primi passi: Google ha aggiunto il supporto in Android 6.0 Marshmallow e la stessa cosa stanno facendo anche i produttori di software e dispositivi Gps come Tom Tom e Garmin.
Galileo – conclude Il Centro – funzionerà in modo totalmente trasparente integrato con gli altri sistemi attualmente esistenti come Glonass e il Gps. Gli smartphone e i prodotti che lo supporteranno avranno una serie di satelliti in più per migliorare precisione e aggancio del segnale senza che gli sviluppatori debbano aggiornare le app.