Pubblicato il 10 Marzo 2017
In occasione delle celebrazioni del 60° anniversario dell’UE, la Commissione europea ha presentato il Libro bianco sul futuro dell’Europa sulle principali sfide e opportunità che si presenteranno nei prossimi dieci anni. Si tratta di un’analisi che prefigura il modo in cui l’Europa cambierà nel prossimo decennio – dall’impatto delle nuove tecnologie sulla società e l’occupazione ai dubbi sulla globalizzazione, le preoccupazioni per la sicurezza e l’ascesa del populismo – e la scelta che si troverà a fare: subire passivamente queste tendenze o guidarle e cogliere le nuove opportunità che offrono.
Mentre altre parti del mondo si espandono, la popolazione e il peso economico dell’Europa diminuiscono. Entro il 2060 nemmeno uno degli Stati membri raggiungerà l’1% della popolazione mondiale, ragione pressante per restare uniti e ottenere maggiori risultati. La prosperità dell’Europa, forza globale positiva, continuerà a dipendere dalla sua apertura e dai forti legami con i partner.
“Sono trascorsi 60 anni da quando i padri fondatori dell’Europa hanno deciso di unire il continente con la forza del diritto, piuttosto che con le forze armate – ha dichiarato il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker -. Possiamo andare fieri di quanto abbiamo realizzato da allora. Il nostro giorno peggiore del 2017 sarà in ogni caso di gran lunga migliore rispetto a uno qualsiasi dei giorni che i nostri antenati hanno trascorso sul campo di battaglia. Con il 60° anniversario dei trattati di Roma è giunto il momento per un’Europa unita a 27 di definire una visione per il futuro. È il momento della leadership, dell’unità e della volontà comune. Il Libro bianco della Commissione presenta una serie di percorsi diversi che l’UE unita a 27 potrebbe scegliere di seguire. È l’inizio del processo, non la fine, e spero che adesso verrà avviato un dibattito onesto e di vasta portata. Una volta definita la funzione, la forma seguirà. Il futuro dell’Europa è nelle nostre mani”.
Il Libro bianco delinea cinque scenari, ognuno dei quali fornisce uno spaccato di quello che potrebbe essere lo stato dell’Unione da qui al 2025, a seconda delle scelte che l’Europa effettuerà. Gli scenari, che contemplano una serie di possibilità e hanno carattere illustrativo, non si escludono a vicenda né hanno pretese di esaustività.
Scenario 1: Avanti così – Nello scenario che prevede di proseguire sul percorso già tracciato, l’UE a 27 si concentra sull’attuazione del suo programma positivo di riforme, in linea con lo spirito degli orientamenti della Commissione Un nuovo inizio per l’Europa del 2014 e della dichiarazione di Bratislava concordata da tutti i 27 Stati membri nel 2016. In base a questo scenario, entro il 2025: gli europei guideranno automobili automatizzate e connesse, ma potranno incontrare problemi all’attraversamento delle frontiere a causa del persistere di ostacoli giuridici e tecnici; nella maggior parte dei casi gli europei attraverseranno le frontiere senza essere sottoposti a controlli; a causa del rafforzamento dei controlli di sicurezza sarà necessario recarsi all’aeroporto o alla stazione ferroviaria con largo anticipo sull’orario di partenza.
Scenario 2: Solo il mercato unico – L’UE a 27 si rifocalizza progressivamente sul mercato unico poiché i 27 Stati membri non riescono a trovare un terreno comune in un numero crescente di settori. In base a questo scenario, entro il 2025: i controlli periodici complicheranno l’attraversamento delle frontiere per motivi di lavoro o per turismo; sarà più difficile trovare lavoro all’estero e il trasferimento dei diritti pensionistici verso un altro Stato non sarà garantito; chi si ammalerà all’estero sarà costretto a pagare fatture mediche elevate; gli europei sono restii a utilizzare automobili connesse a causa dell’assenza di norme e di standard tecnici a livello dell’UE.
Scenario 3: Chi vuole di più fa di più – L’UE a 27 continua secondo la linea attuale, ma consente agli Stati membri che lo desiderano di fare di più assieme in ambiti specifici come la difesa, la sicurezza interna o le questioni sociali. Emergeranno una o più “coalizioni di volenterosi”. In base a questo scenario, entro il 2025: 15 Stati membri istituiranno un corpo di polizia e un corpo di magistrati per contrastare le attività criminali transfrontaliere; le informazioni sulla sicurezza saranno scambiate in tempo reale e le banche dati nazionali saranno completamente interconnesse; le auto connesse sono di uso diffuso nei 12 Stati membri che
hanno concordato di armonizzare le norme sulla responsabilità civile e gli standard tecnici.
Scenario 4: Fare meno in modo più efficiente – L’UE a 27 si concentra sul produrre risultati maggiori in tempi più rapidi in determinate aree politiche, intervenendo meno nei settori per i quali non se ne percepisce un valore aggiunto. L’attenzione e le risorse limitate sono concentrate su un numero ristretto di settori. In base a questo scenario, entro il 2025: un’Autorità europea per le telecomunicazioni sarà abilitata a liberare frequenze per i servizi di comunicazione transfrontalieri, come quelli utilizzati dalle automobili connesse. Essa inoltre tutelerà i diritti degli utenti di telefonia mobile e di internet, ovunque si trovino nell’UE; una nuova Agenzia europea per la lotta contro il terrorismo contribuirà a scoraggiare e prevenire gravi attentati grazie al monitoraggio e alla segnalazione sistematiche dei sospetti.
Scenario 5: Fare molto di più insieme – Gli Stati membri decidono di condividere in misura maggiore poteri, risorse e processi decisionali in tutti gli ambiti. Le decisioni di livello europeo vengono concordate più velocemente e applicate rapidamente. In base a questo scenario, entro il 2025: gli europei che desidereranno reclamare contro una proposta relativa a un progetto di turbina eolica finanziato dall’UE nella loro zona faticheranno a mettersi in contatto con l’autorità responsabile poiché saranno indirizzati alle competenti autorità europee; le automobili connesse circoleranno senza problemi in tutta Europa grazie a norme chiare applicabili in tutta l’UE; i conducenti possono rivolgersi a un’agenzia dell’UE responsabile di far rispettare le regole.