Pubblicato il 31 Marzo 2017
La commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (ITRE) del Parlamento europeo, in vista della valutazione intermedia di Horizon 2020, ha presentato un progetto di relazione a cura dell’europarlamentare Soledad Cabezón Ruiz sull’implementazione di Horizon 2020 e sulla proposta relativa al 9° programma quadro per la ricerca e l’innovazione (9PQ). Servono risorse per almeno 100 miliardi di euro, dicono gli eurodeputati, e programmi distinti per la ricerca civile e quella militare.
L’Ue ha investito nel settore R&S il 2,03% del PIL nel 2015, cifra ben lontana dal 3% previsto dalla strategia Europa 2020, obiettivo raggiunto in Europa soltanto da Finlandia (3,2%), Svezia (3,2%), Danimarca (3,1%) e Austria (3%), seguite con cifre poco distanti dalla Germania (2,9%); a livello internazionale il distacco è maggiore, se si guarda alle performance di Corea del Sud (4,3%), Israele (4,1%) e Giappone (3,6 %).
Questi dati mettono in evidenza la concorrenza con cui si confronta l’Unione e la disparità tra gli Stati membri in termini di investimenti in ricerca e sviluppo, che deve essere ridotta per raggiungere non solo l’obiettivo del 3% per il 2020, ma anche un target superiore. A tal fine gli eurodeputati chiedono di destinare i fondi strutturali alle attività di R&S, specialmente agli investimenti destinati al rafforzamento delle capacità, alle infrastrutture e ai salari.
Per far fronte ai divari tra le regioni, sottolinea la relatrice, è necessario puntare non solo sulle risorse di bilancio ma anche sul capitale umano con una formazione avanzata, sull’infrastruttura tecnologica e sulla collaborazione tra l’università e il mondo delle imprese. Pertanto gli Stati membri e la Commissione Ue dovrebbero rafforzare la stabilità del lavoro per i giovani ricercatori, prevedendo nuovi e maggiori livelli di sostegno, come uno schema di finanziamento per i ricercatori agli inizi di carriera, con meno di tre anni di esperienza dalla fine del dottorato.
Horizon 2020 sta rafforzando i rapporti tra il settore pubblico e quello privato, contribuendo all’innovazione del tessuto industriale e allo sviluppo delle aree di interesse per la ricerca. Tuttavia, si sottolinea nella relazione, il livello di rendimento degli investimenti pubblici in alcuni settori sensibili, come la salute, rimane basso.
Occorrerebbe poi chiarire se le grandi imprese, al di là dei progetti concreti per i quali si rendono necessarie grandi infrastrutture e risorse di bilancio, necessitano di finanziamenti pubblici per la ricerca o se, al contrario, un quadro d’innovazione e l’avanzamento nel mercato interno siano il contributo più efficiente da fornire dal punto di vista delle politiche pubbliche.
Sviluppare la cooperazione internazionale
Il livello di cooperazione internazionale dell’Ue nel campo della ricerca è diminuito, segnala la relazione, passando dal 5% nel 7PQ al 2,8% in Horizon 2020.
È necessario, evidenzia la relatrice, riconoscere iniziative come il partenariato per la ricerca e l’innovazione nell’area del Mediterraneo (PRIMA) che, cercando risposte a sfide cruciali quali la sicurezza alimentare o la sufficienza delle risorse idriche, possono contribuire indirettamente anche alla gestione dell’immigrazione, migliorando la cooperazione tra Paesi e regioni.
La valutazione intermedia di Horizon 2020 consente di trarre conclusioni ed elaborare raccomandazioni per il prossimo programma quadro per la ricerca, 9PQ. Oltre agli adattamenti che devono essere introdotti per rispondere alle nuove sfide, secondo gli eurodeputati occorre consolidare la struttura e le fondamenta di Horizon 2020, puntare a un’attuazione più trasparente, chiara e semplificata, a una minore frammentazione, a una sua migliore valutazione e al riscontro con i ricercatori, insieme al monitoraggio ex-post e alla misurazione dell’impatto delle risorse pubbliche.
Per il 9PQ la commissione ITRE chiede un incremento delle risorse di bilancio pari a 100 miliardi di euro, invitando il Collegio dei commissari a separare la ricerca militare da quella civile nel prossimo programma, dal momento che sono necessari due programmi distinti con due bilanci diversi.