Pubblicato il 21 Giugno 2023
L’Associazione europea dei costruttori di autoveicoli (ACEA) ha sollevato la questione delle norme restrittive sul commercio di veicoli elettrici tra l’Unione Europea (UE) e il Regno Unito, chiedendo un rinvio di tre anni prima che tali norme entrino in vigore.
Secondo l’ACEA, se non verrà concesso il rinvio, le tariffe potrebbero ammontare a 4,3 miliardi di euro, con il rischio di una riduzione significativa della produzione di veicoli elettrici di circa 480.000 unità.
Le norme transitorie dell’Accordo sul commercio e la cooperazione (TCA) tra UE e Regno Unito consentono attualmente alle batterie assemblate in Europa di ottenere l’origine europea e quindi beneficiare delle agevolazioni tariffarie.
Tuttavia, a partire dal 1° gennaio 2024, tali norme diventeranno molto più restrittive, richiedendo che tutte le parti delle batterie e alcuni materiali critici siano prodotti nell’UE o nel Regno Unito per ottenere l’esenzione tariffaria. Secondo Sigrid de Vries, Direttore Generale di ACEA, l‘Europa non ha ancora una catena di fornitura di batterie sicura e affidabile in grado di soddisfare queste nuove regole restrittive.
I membri di ACEA hanno fornito dati allarmanti sul potenziale impatto delle tariffe sul commercio di veicoli elettrici. Secondo tali dati, l’applicazione di una tariffa del 10% costerebbe all’industria automobilistica europea quasi 4,3 miliardi di euro nel triennio 2024-2026.
Ciò avrebbe conseguenze gravi non solo sull’industria automobilistica dell’UE, ma anche sull’economia europea nel suo complesso. La pressione competitiva crescente dall’estero e l’importanza di incrementare le vendite e la produzione di veicoli elettrici rendono ancora più preoccupante l’applicazione di queste norme restrittive.
Il Regno Unito rappresenta il primo mercato di esportazione per l’industria automobilistica dell’UE e costituisce quasi un quarto delle esportazioni di veicoli elettrici. L’applicazione di dazi sulle auto elettriche avrebbe un impatto negativo sulle vendite in questo mercato fondamentale e potrebbe portare a una riduzione della produzione di veicoli elettrici nell’UE di 480.000 unità, equivalente alla produzione di due stabilimenti di automobili di medie dimensioni.
I veicoli elettrici cinesi, nonostante un dazio doganale del 10%, rappresentano già un terzo del mercato britannico. Se i produttori europei dovranno affrontare lo stesso dazio, rischieranno di perdere terreno rispetto alla concorrenza dei Paesi terzi.
L’ACEA avverte che l’inattività in questa situazione ostacolerebbe la capacità dell’Europa di rimanere competitiva sul mercato globale dei veicoli elettrici e potrebbe causare una perdita di quote di mercato difficilmente recuperabili.