Pubblicato il 13 Settembre 2024
Giunge da Acea il grido d’allarme dell’Automotive europeo. A parlare è Luca De Meo, presidente di Acea, l’Associazione europea dei costruttori di automobili, e manager di Renault.
I segnali che giungono dal settore sono preoccupanti. La spada di Damocle dell’obiettivo europeo di riduzione delle emissioni di CO2 è troppo stringente per l’attuale situazione della produzione automotive europea.
Le case automobilistiche rischiano, infatti, multe per circa 15 miliardi di euro. Multe che, data la situazione del mercato, non potranno sostenere.
Volkswagen per la prima volta ha già annunciato possibili chiusure di stabilimenti in Germania, ricordando come la domanda di automobili in Europa non si sia ripresa dalla pandemia Covid, con le consegne in calo di circa due milioni di pezzi. Volvo ha reso pubblico l’abbandono dell’obiettivo di vendere solo auto elettriche entro il 2030 a fronte di un calo globale della domanda di auto alimentate a batteria. Anche per Toyota si leggono segnali preoccupanti. La casa giapponese avrebbe ridotto di circa il 30% il suo obiettivo di produzione globale di veicoli elettrici per il 2026, con un output adesso previsto di 1 milione di unità. La stessa Renault ha già ridotto da qualche anno la capacità produttiva di circa un milione di veicoli. Attualmente non vi sarebbe il rischio della chiusura di stabilimenti, ma, come afferma lo stesso presidente di Acea, la situazione è complessa.
Se da un lato le auto elettriche non “sfondano” e la richiesta dei consumatori continua ad essere debole, dall’altro le case automobilistiche hanno una serie di problemi da affrontare.
Italia e Germania sono dunque sullo stesso fronte nel chiedere la revoca del divieto di vendita di auto a benzina e diesel dal 2035.