Pubblicato il 12 Aprile 2022

L’attuale crisi geopolitica ha reso ancora più impellente il problema della differenziazione delle risorse energetiche a cui già siamo chiamati dalla sfida della decarbonizzazione messa in atto dalle scadenze dell’Unione europea. Diventa sempre più cruciale puntare con decisione sullo sviluppo e l’utilizzo di carburanti alternativi per dare seguito a una vera e propria rivoluzione energetica e ambientale, che richiede l’impegno congiunto di decisori politici, filiere produttive, gestori e distributori di carburanti.

Questi i temi al centro del convegno “Biometano & Idrogeno – Due tecnologie abilitanti per la mobilità sostenibile”, organizzato dal Cluster Trasporti Italia come momento di confronto sui progetti di ricerca e sviluppo sulle fonti e i sistemi alternativi di alimentazione per la mobilità e i trasporti nel nostro Paese.

Le circostanze hanno voluto che l’incontro si svolgesse a poche ore dalla firma dell’accordo tra il premier italiano Mario Draghi e il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune, che consentirà di aumentare la quantità di gas trasportata in Italia con volumi crescenti di metano nel 2023-24, in riferimento al quale il Cluster sta valutando i possibili risvolti in termini di fornitura di idrogeno verde alla rete della mobilità.


Necessità di un approccio “eco-razionale”

Obiettivo della discussione è stato fare il punto sullo stato dell’arte della produzione e distribuzione dei carburanti alternativi nel nostro Paese e individuare le traiettorie future di ricerca e innovazione, anche per indirizzare in modo efficiente le risorse disponibili, mantenendo però un approccio “eco-razionale”, come suggerito nel suo intervento dal presidente del Cluster Ennio Cascetta.

“È necessario essere eco-razionali in un momento di incertezza come quello attuale – ha sottolineato Cascetta –. La sostenibilità ambientale deve essere raggiunta in modo razionale, partendo dal dato di fatto che gli obiettivi europei di ridurre le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030, sono molto ambiziosi per il mondo dei trasporti e della logistica che sono hard to abate”.

Per individuare percorsi di sviluppo di innovazione consapevole verso tali obiettivi, il Cluster ha avviato lo studio Paths-to-2030 che punta a coinvolgere enti di ricerca, operatori economici dei trasporti e mondo imprenditoriale. Il primo passo del progetto è costruire una base di dati certa e incontrovertibile su quale sia la quantità si emissioni prodotta dai trasporti su strada – in modo da poterne valutare in maniera efficace i margini reali di possibile riduzione in base agli obiettivi fissati dall’Ue – informazione al momento non disponibile in maniera certa ma imprescindibile per ogni futuro ragionamento, politica di incentivi e contenimento.

“Il Cluster – ha aggiunto Cascetta si pone come soggetto neutrale in grado di mettere a punto un cruscotto di percorsi pensati a seconda degli operatori del trasporto merci e persone che devono metterli in atto, anche nell’ottica di orientare le politiche di incentivi e gli interventi legislativi”.


Idrogeno verde e biometano strategici per il sistema energetico europeo

Al convegno sono intervenuti rappresentanti di istituzioni, enti di ricerca, aziende e gestori dell’energia e dei carburanti alternativi – in particolare idrogeno verde e biometano – che si sono confrontati su progetti in atto, normativa di riferimento, prospettive per la ricerca e innovazione. Da parte dei relatori c’è stata una sostanziale sintonia nel riconoscere che c’è molto lavoro da fare, essenzialmente su due punti principali: l’abbattimento dei costi di produzione e distribuzione dei carburanti alternativi, in particolare l’idrogeno, e la necessità di snellire e uniformare legislazione e burocrazia, in modo da avere regole chiare che possano favorire gli investimenti nel settore.

“L’idrogeno verde rappresenta uno dei pilastri del sistema energetico europeo in ottica Green Deal, e quindi per il sistema dei trasporti. Ricerca e Innovazione sono fondamentali per migliorare prestazioni, la durata e l’upscaling delle tecnologie, così come per ridurre il costo dell’idrogeno sul mercato”. Carlo Beatrice, dirigente di ricerca per l’Istituto di scienze e tecnologie per l’energia e la mobilità sostenibili (Cnr-Stems), ha sottolineato nel suo intervento l’importanza di questo carburante come soluzione alternativa per il medio e lungo termine.

Successivamente ha illustrato i punti di forza del biometano come vettore energetico rinnovabile per il trasporto: “è flessibile e programmabile perché la sua produzione può essere in parte gestita nel tempo e la sua distribuzione si integra perfettamente con la rete esistente del gas naturale, sia nella rete del Gnc che quella del Gnl”.


L’importanza della rete infrastrutturale

Anche se l’Italia ha molto da recuperare dal punto di vista infrastrutturale, possiamo contare su una rete di distribuzione di oltre 100 impianti di biometano, la più ampia in Europa, come sottolineato da Andrea Arzà, Presidente Federchimica Assogasliquidi. Arzà ha spiegato che stiamo pagando il costo di scelte (non) fatte in passato e che la sostenibilità non può prescindere dalla diversificazione delle fonti e dei vettori energetici. Possiamo però aspettarci che la produzione di biometano cresca consistentemente nel prossimo futuro anche grazie agli investimenti previsti dal PNRR.

Sulla centralità della rete di distribuzione ha insistito anche Andrea Rossetti, Presidente Assopetroli: “Una rete che ha anticipato la domanda rispetto allo sviluppo del parco circolante, in più lenta evoluzione”, ha sottolineato, chiedendo misure urgenti e straordinarie per ovviare allo squilibrio della domanda che si sta configurando a causa della crisi energetica che rappresenta un’inversione di tendenza rispetto ai processi precedentemente messi in atto nel percorso di transizione verso fonti diversificate di approvvigionamento energetico.


Snellire la burocrazia e ridurre i costi

Massimo Beccarello, Senior Adviser Transizione Energetica Confindustria, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di lavorare su un piano normativo nazionale per una strategia efficace di sviluppo dei biocarburanti, in particolare per la produzione di idrogeno green (da fonti rinnovabili) per cui è indispensabile sbloccare dei veti territoriali. Auspicio analogo è stato espresso anche da Francesca Paludetti, Chief Corporate Development Officer SAPIO, la quale ha poi evidenziato tutte le criticità derivanti dalla mancanza di regole chiare che blocca gli investimenti insieme ai costi di produzione e distribuzione più elevati.

Il problema burocrazia è stato al centro anche dell’intervento di Giuseppe Fedele, Vicepresidente Federmetano, che ha sottolineato a fronte di questa criticità l’importante ruolo che il biometano può avere di introdurre l’idrogeno nell’economia dell’energia. Si potrebbe infatti – ha spiegato – iniziare a iniettare in rete idrogeno miscelandolo insieme al biometano.

In rappresentanza delle case costruttrici è intervenuto Michele Ziosi, Senior Vicepresident Institutional Relations & Sustainability di Iveco, che ha parlato del lavoro per mettere a frutto l’esperienza nel trattare motori a combustione interna con carburanti gassosi anche con tecnologia a idrogeno.

Ziosi ha sottolineato quanto sia fondamentale applicare un approccio integrato istituzioni-industria che preveda uno sviluppo in parallelo tra infrastruttura e tecnologia di costruzione di nuovi veicoli ad alimentazione alternativa. Ha concluso chiedendo infine l’introduzione di meccanismi di premialità per l’utilizzo di biocarburanti nei motori a combustione.

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