Pubblicato il 25 Novembre 2024
Si è chiusa di domenica notte, invece che venerdì 22, la Cop 29 tenutasi a Baku in Azerbaigian. Una estenuante trattativa tra circa 200 paesi per l’approvazione del nuovo obiettivo di finanza climatica dell’Accordo di Parigi. Un accordo importante per tutti i settori produttivi e, in particolare, per i trasporti. In seno alla conferenza, infatti, vi sono stati appuntamenti dedicati proprio al settore dei trasporti pesanti. Tra tutti quello organizzato da Anfia, Anita, Assogasliquidi-Federchimica e Unem svoltosi il 21 novembre con la partecipazione del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture.
Un accordo, dicevamo, raggiunto faticosamente che aumenta gli aiuti ai paesi in via di sviluppo per sostenerli nella transizione, ma che è molto lontano dalla cifra richiesta. Si passa, infatti, dagli attuali 100 miliardi all’anno fino a 300 miliardi all’anno nel 2035. Ne erano stati chiesti ben 1300.
I 300 miliardi di dollari saranno destinati ai Paesi in via di sviluppo che hanno bisogno di denaro per liberarsi dal carbone, dal petrolio e dal gas che causano il surriscaldamento del pianeta, per adattarsi al riscaldamento futuro e per pagare i danni causati dalle condizioni climatiche estreme.
Il testo prevede che il contributo dei paesi ricchi provenga dai loro fondi pubblici, integrati da investimenti privati che mobilitano o garantiscono, o da “fonti alternative”, il che significa possibili tasse globali, ancora allo studio (sulle grandi fortune, sui trasporti aerei o marittimi).
Questi 300 miliardi dovrebbero costituire la leva per raggiungere la cifra richiesta che è di 1300 miliardi, secondo le stime portate alla Cop dagli esperti.
L’accordo di Baku “invita” i Paesi non sviluppati a fornire contributi finanziari, ma questi rimarranno “volontari”. Nessun vincolo, dunque, per la Cina, che rientra ancora nell’elenco, anacronistico, dei paesi non sviluppati, o dei paesi del Golfo.
L’accordo, poi, anticipa al 2030 l’obiettivo di triplicare i finanziamenti, prevalentemente pubblici, che passano attraverso i fondi multilaterali dove risultano prioritari. Oggi il 69% dei finanziamenti per il clima è costituito da prestiti. La tabella di marcia definita in vista della prossima Cop, che si terrà a novembre 2025 a Belem, in Brasile, dovrebbe portare ad un rapporto in base al quale si potrà capire come sfruttare al meglio i finanziamenti per il clima e trasformare i prestiti in donazioni.
Scomparso dall’accordo l’obiettivo minimo per l’uscita dai fossili, che invece era presente nella Cop 28. Una delle priorità dell’Unione europea, osteggiata dall’Arabia Saudita, era quella di ottenere un monitoraggio annuale degli sforzi per uscire da petrolio, gas e carbone: senza successo.
Ciò nonostante secondo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, l’accordo di Cop 29 “segna una nuova era per la cooperazione e la finanza in materia di clima”, perché “stimolerà gli investimenti nella transizione pulita, riducendo le emissioni e rafforzando la resilienza ai cambiamenti climatici”. Infine per Von der Layen “l’Ue continuerà a svolgere un ruolo guida, concentrando il sostegno sui più vulnerabili”.
“Scenari di decarbonizzazione per un trasporto stradale pesante sostenibile e competitivo” è il titolo dell’evento tenutosi durante Cop 29 il 21 novembre a Baku. L’appuntamento era organizzato da Anfia, Anita, Assogasliquidi-Federchimica e Unem. La proposta delle associazioni era stata selezionata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. All’incontro ha partecipato anche il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi.
L’obiettivo era di promuovere una riflessione sulla transizione verso modelli più sostenibili, anche dal punto di vista economico e sociale. I trasporti sono infatti un capitolo chiave della COP.
Associazioni e imprese hanno ribadito l’importanza e l’urgenza di intervenire a livello europeo per modificare la regolamentazione sui target di riduzione delle emissioni dei veicoli, introducendo un “carbon correction factor”. Il fattore di correzione potrebbe affiancare alle tecnologie elettriche e ad idrogeno, anche quelle alimentabili con carbon neutral fuels (biocarburanti avanzati, biometano, bioGNL e BioGPL, recycled carbon fuels, e-fuels o carburanti sintetici).
Questo permetterebbe di raggiungere realmente gli ambiziosi e condivisi obiettivi di decarbonizzazione, valorizzando tutte le tecnologie effettivamente in grado di abbattere le emissioni di CO2.
Anfia, Anita, Assogasliquidi-Federchimica e Unem hanno ribadito il loro impegno al sostegno di una mobilità che coniughi sostenibilità ambientale, economica e sociale e consenta di mantenere alta la competitività europea. «Le imprese italiane da tempo investono in soluzioni tecnologiche all’avanguardia che come più volte dimostrato possono dare un fondamentale ed immediato contributo alla lotta ai cambiamenti climatici» – hanno sostenuto gli organizzatori.