Pubblicato il 24 Agosto 2024
Droni utilizzati per controllare il traffico sulle arterie gestite da Autostrade per l’Italia.
Il progetto Falco, è giunto già alla sua seconda fase.
Avviato in collaborazione con Movyon, centro per la ricerca e l’innovazione del Gruppo, il progetto è in coordinamento con ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile. I droni, infatti, hanno ottenuto l’autorizzazione operativa per poter operare in modalità BVLOS (Beyond Visual Line Of Sight) su cinque siti del tratto ligure della rete autostradale. Proprio Enac è autorità tra le più avanzate in Europa nel settore degli aeromobili senza equipaggio a bordo.
Il progetto Falco fa parte del più ampio Programma Mercury, Smart Sustainable Mobility, polo unitario e coordinato per l’innovazione tecnologica, per ottenere infrastrutture autostradali sempre più sicure, digitalizzate e a basso impatto ambientale
Pilotati da remoto e gestiti direttamente dal centro di controllo del traffico di Genova, i droni sorvolano l’A26 dal bivio A10 a Ovada, e l’A10 tra Cogoleto e Varazze. I cinque siti del tratto ligure della rete autostradale sono stati scelti per le particolari caratteristiche strutturali e perché attraversano un territorio complesso dal punto di vista orografico.
Nelle zone interessate sono stati installati dei veri e propri “nidi” presso i quali i “falchi”, come sono stati soprannominati i droni del progetto Falco, hanno le stazioni di sosta e ricarica dalle quali possono decollare per sorvolare i tratti di autostrada assegnati.
I droni, pilotati da remoto, in questa seconda fase del progetto, eseguono missioni attivate direttamente dal centro di controllo del traffico di competenza e restituiscono flussi video sulle condizioni della viabilità e dell’infrastruttura.
È possibile, però, oltre alle missioni pianificate, attivare missioni “on demand” nel caso in cui sia necessario un particolare monitoraggio. Ad esempio i droni vengono inviati se si verificano code in autostrada, incidenti, incendi o magari la perdita di qualche carico.
Il monitoraggio dall’alto consente un controllo in tempo reale che può essere utilissimo per attivare i mezzi di soccorso o le Forze dell’ordine, ma anche per individuare attività di intervento o ripristino sull’infrastruttura. Dall’alto, grazie ai droni infatti è anche possibile controllare lo stato dei cantieri, quello del verde e delle infrastrutture in genere.
I dati raccolti in questa seconda fase saranno analizzati per sviluppare l’event detection. Si passerà cioè a sviluppare l’intelligenza artificiale fornendo gli strumenti per il riconoscimento automatico di un evento critico. Ad esempio un incidente, il cedimento di una infrastruttura o simili. Il sistema di monitoraggio con droni potrebbe entrare nelle attività di routine di pattugliamento della rete, aiutando i tecnici nel rilevare potenziali criticità, rendendo i tempi di intervento più rapidi e migliorando la qualità del servizio.
Partita ad agosto 2023 questa seconda fase ha visto già numeri importanti. Sono state infatti 1407 le missioni pianificate, con tasso di successo dell’82%. Si tratta cioè di missioni effettivamente partite e portate a termine. Del 18% di missioni non partite rispetto al totale delle pianificate, il 70% è dovuta al maltempo. Ben 191 le ore di volo con 2837 km percorsi. Sono state invece 53 le missioni su chiamata. Il totale delle ore di volo è stato di 12,5 ore di volo con 84 km percorsi. Per gli eventi rilevati l’incremento è stato dell’11%. Tra i dati più rilevanti la diminuzione dei tempi di intervento che è scesa addirittura del 50%.