Pubblicato il 10 Gennaio 2020
Fincantieri entra nel prestigioso progetto green Iter (dell’International Thermonuclear Experimental Reactor) aggiudicandosi un prestigioso ordine, del valore di quasi 100 milioni di euro, per una serie di forniture e installazioni di equipaggiamenti di alto profilo.
Per l’esecuzione delle attività è stato costituito un raggruppamento temporaneo d’impresa del quale fanno parte Fincantieri stessa, in qualità di capofila, la sua controllata Fincantieri SI, attiva nel settore dell’impiantistica e componentistica industriale elettrica, elettronica ed elettromeccanica, Delta-ti Impianti, specializzata in impiantistica meccanica, e Comes, specializzata in impiantistica elettrica.
“Quest’ordine, di straordinaria rilevanza internazionale, testimonia la reputazione che abbiamo saputo guadagnarci in ogni campo – commenta l’Amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono– . Essere coinvolti in un progetto di tale respiro, infatti, conferma la bontà delle nostre strategie, e mi riferisco in particolare a quelle per la diversificazione e il costante investimento nell’innovazione e nella sostenibilità del business. Ora parteciperemo attivamente allo sviluppo di una tecnologia completamente diversa da quella impiegata nelle attuali centrali e soprattutto più pulita: un obiettivo ambiziosissimo che ribadisce anche la nostra capacità di integratore”.
ITER
ITER Organization è l’organismo sovranazionale con sede in Francia, partecipato e finanziato dall’Unione Europea, Cina, India, Giappone, Corea del Sud, Russia e Stati Uniti d’America, che gestisce ITER, in fase di costruzione a Cadarache, nel sud della Francia.
Il progetto International Thermonuclear Experimental Reactor (ITER) è volto alla realizzazione di un reattore a fusione nucleare di tipo sperimentale, primo nel suo genere. Obiettivo dimostrare la fattibilità scientifica e tecnologica della fusione nuclearee acquisire la conoscenza necessaria alla realizzazione di un prototipo di reattore nucleare.
La fusione termonucleare contribuirà significativamente alla lotta contro i cambiamenti climatici. Uno dei vantaggi della fusione, infatti, oltre la sua potenziale inesauribilità, è la limitata produzione di rifiuti residuali, prospettando quindi una fonte di energia che non prevede l’emissione di CO2, uno dei gas serra responsabili del surriscaldamento globale.