Pubblicato il 6 Marzo 2017
Si chiama ‘100 Italian e-mobility stories’ lo studio promosso da Enel e Fondazione Symbola che ha come obiettivo dare voce all’Italia innovativa, visionaria e competitiva. Sostenibilità ed efficienza diventano ogni giorno traguardi più concreti grazie alla maturità delle tecnologie di stoccaggio dell’elettricità e quella dei motori, alla diffusione sempre più ampia delle fonti di energia rinnovabili e delle reti di distribuzione intelligenti. Ecco quindi che la mobilità elettrica può essere quella del nuovo millennio. Una sfida che l’Italia può affrontare grazie al lavoro di piccole e grandi realtà di una filiera che sta già giocando un ruolo importante nello sviluppo del settore.
Lo studio, presentato a Roma dall’amministratore delegato e direttore Generale di Enel Francesco Starace, e dal presidente di Symbola Ermete Realacci, racconta la filiera italiana della mobilità elettrica, le esperienze eccellenti dalla realizzazione e costruzione dei veicoli alle batterie, dalla componentistica al design, dalle ricariche alle app dedicate ai servizi tradizionali. Tra le storie raccontate nel documento anche quelle di Anfia, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, CRF – Centro Ricerche Fiat e CNR ITAE.
La mobilità elettrica incrocia gli obiettivi posti dal contrasto ai mutamenti del clima grazie anche alla complementarietà con la crescita delle energie da fonti rinnovabili. In Europa un quarto delle emissioni climalteranti è prodotto dai veicoli, si capisce quanto la mobilità elettrica insieme al potenziamento del trasporto pubblico e della ciclabilità, sia in grado di dare un contributo sostanziale alla riduzione dell’inquinamento.
La diffusione di auto elettriche cresce rapidamente: +33% in Europa nel primo trimestre del 2016 rispetto all’anno precedente. Cresce soprattutto negli Stati Uniti e in Cina, che insieme a Norvegia e Olanda rappresentano il 70% delle vendite mondiali. Le e-car sono state protagoniste al salone dell’auto di Parigi ed è significativo l’avvio delle prime partnership tra costruttori di auto e energy utility, che vede l’Italia protagonista di un nuovo modello di business e con servizi inediti per i clienti finali.
L’Italia con 6mila vetture conta solo lo 0,01% dei veicoli elettrici, a fronte del 25% della Norvegia o del 10% dell’Olanda. Il nostro Paese non è ancora ai livelli del Nord Europa per infrastruttura di ricarica, ma è un gap superabile con strategie lungimiranti e politiche adeguate.
Come dimostra ‘100 Italian e-mobility stories’ le nostre imprese e i nostri centri di ricerca sono pronti ad affrontare la sfida della nuova mobilità. L’auto elettrica sposa l’innovazione proveniente da altri settori, a partire dalla rete elettrica, spinge sull’efficienza del motore, sulla durabilità delle batterie, sul retrofit elettrica di auto tradizionali, sul recupero dei materiali in un’ottica circolare.
“Nonostante problemi noti e antichi come il debito pubblico, la diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza, una burocrazia spesso soffocante – afferma il Presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci – l’Italia è anche un Paese in cui i problemi convivono con le eccellenze. Sa innovare senza perdere la sua anima, guarda al mondo coi piedi ben piantati sui territori e tra le comunità, scommette sulla coesione e sulla qualità. Puntare sulla sostenibilità e sull’efficienza, nella mobilità, come negli altri settori, è la strada del futuro e va nella direzione dell’Accordo di Parigi. È da questi talenti, da queste energie che dobbiamo partire: incoraggiandoli, valorizzandoli e portandoli a sistema. Solo se l’Italia fa l’Italia, saprà affrontare con successo le difficoltà che la attendono”.
Con l’elettrico aumenta l’efficienza del motore. Quello termico, in un’ottica dal pozzo alla ruota (l’analisi cosiddetta W2W “well-to-wheel”), ha un’efficienza del 17-19%, quello elettrico di circa il 36%. E con l’aumento delle rinnovabili nella produzione nazionale (oggi circa al 40%) questa efficienza non potrà che progredire, riducendo emissioni di CO2 e inquinamento.
L’Italia è protagonista della nuova mobilità con l’avvio delle prime ricerche tecnico-economiche sviluppate congiuntamente dall’industria e da importanti università italiane, volte a individuare le barriere e promuovere le necessarie soluzioni per il decollo della mobilità elettrica nel Paese, per essere in prima fila nella sfida del futuro.