Pubblicato il 20 Dicembre 2022
Il Parlamento e il Consiglio Europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio per rafforzare il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (EU ETS), applicarlo a nuovi settori per un’azione efficace per il clima in tutti i settori dell’economia e istituire un Fondo sociale per il clima.
Un passo fondamentale – si legge in una nota a margine della Commissione Europea – verso il conseguimento dell’impegno di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. Al tempo stesso, il Fondo sociale per il clima contribuirà a garantire che la transizione sia equa.
Gli Stati membri integreranno la cospicua spesa per il clima prevista nel bilancio dell’UE destinando la totalità dei proventi dello scambio di quote di emissione a progetti relativi al clima e all’energia e alla gestione degli aspetti sociali della transizione.
Il sistema EU ETS fissa un prezzo per la CO2 e riduce il livello di emissioni consentito ogni anno in settori come la produzione di energia elettrica e termica, le industrie ad alta intensità energetica e il trasporto aereo commerciale.
Questo accordo ridurrà le emissioni dei settori interessati dall’EU ETS del 62% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. Si tratta di ben 19 punti percentuali in più rispetto alla riduzione del 43% prevista dalla legislazione attuale.
Aumenterà anche la velocità delle riduzioni annuali delle emissioni, passando dal 2,2% all’anno con il sistema attuale al 4,3% dal 2024 al 2027 e al 4,4% a partire dal 2028.
L’accordo inserisce nell’EU ETS anche le emissioni del trasporto marittimo, facendo dell’UE la prima giurisdizione a fissare un prezzo esplicito del carbonio per le emissioni del settore marittimo.
Per sostenere gli Stati membri nell’impegno di ridurre le emissioni dell’edilizia e del trasporto su strada e di alcuni settori industriali, nel 2027 prenderà il via un nuovo sistema distinto di scambio di quote di emissione relativo a carburanti e combustibili.
Poiché a tutt’oggi le riduzioni delle emissioni in quei settori sono insufficienti per avviare effettivamente l’UE verso il conseguimento della neutralità climatica entro il 2050, sarà compito del nuovo sistema garantire riduzioni efficaci sotto il profilo dei costi e generare entrate che saranno messe a disposizione degli Stati membri e destinate a sostenere l’operato del Fondo sociale per il clima.
Questo sistema a monte disciplinerà i fornitori di carburanti e combustibili, anziché le famiglie e i conducenti. Sono previste misure di salvaguardia per consentire l’immissione sul mercato di quote supplementari qualora i prezzi superino determinate soglie e per evitare doppioni tariffari in presenza di misure nazionali in vigore.
Il compromesso raggiunto tra Parlamento e Consiglio UE aumenta l’entità dei fondi per l’innovazione e la modernizzazione. Il Fondo per la modernizzazione sosterrà il processo di transizione di tre Stati membri in più. Il Fondo per l’innovazione sarà ampliato e potrà sostenere gli sforzi di decarbonizzazione anche del settore marittimo.
Il nuovo Fondo sociale per il clima fornirà un sostegno finanziario specifico agli Stati membri per aiutare i cittadini e le microimprese vulnerabili a investire in misure di efficienza energetica quali l’isolamento domestico, le pompe di calore, i pannelli solari e la mobilità elettrica.
Sarà inoltre in grado di fornire un sostegno diretto al reddito che potrà coprire fino al 37,5% dei nuovi piani sociali nazionali per il clima.
Il programma entrerà in funzione nel 2026, prima dell’entrata in vigore del nuovo sistema ETS per i carburanti e combustibili per i trasporti e l’edilizia, e sarà finanziato con 65 miliardi di euro del bilancio dell’UE, cui si aggiungerà un cofinanziamento del 25% stanziato dagli Stati membri.
L’accordo provvisorio richiede l’adozione formale del Parlamento e del Consiglio; una volta completato l’iter, la nuova legislazione entrerà in vigore con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione.