Pubblicato il 19 Aprile 2019
Il 66% dei consumatori italiani userebbe un veicolo a guida autonoma, e il 65% sarebbe disposta a pagare per questa innovazione. Sono i risultati di una ricerca effettuata da Vedecom, istituto francese per la ricerca e la formazione del partenariato pubblico-privato dedicato alla mobilità individuale sostenibile e a basse emissioni di carbonio, tra i Paesi del G7.
La ricerca è stata presentata nella riunione degli esperti G7 sulla guida connessa e automatizzata alla quale hanno partecipato rappresentanti del Mit quale dicastero competente in materia.
La riunione è stata l’occasione per fare il punto della situazione sulle politiche nazionali circa la guida automatizzata e connessa, nella quale l’Italia ha fornito informazioni sulla pubblicazione del decreto “smart road”, sull’istituzione dell’Osservatorio Nazionale e sul primo parere positivo di quest’ultimo alla sperimentazione della guida autonoma su strada.
I lavori del gruppo di esperti sono stati organizzati in sessioni dedicate ai temi più strettamente legati alla sperimentazione e all’uso della guida connessa e dei veicoli a guida autonoma, quali la percezione e accettazione da parte degli utenti, la sicurezza e la validazione della guida autonoma, la responsabilità durante la guida, e l’integrazione nelle politiche di mobilità locali.
L’Italia, attraverso i rappresentanti del Mit, ha apportato il proprio contributo sui temi della discussione, sottolineando come l’avvio della sperimentazione della guida autonoma su strada e la conseguente analisi dei risultati non potrà che accrescere ulteriormente la fiducia dei cittadini su una innovazione di tale portata.
Sul tema della sicurezza, la sessione è stata aperta dall’associazione mondiale dei produttori di veicoli, che ha sostenuto l’approccio “multi-pilastro” per la certificazione, che consiste in prove in laboratorio, audit e prove su strada. L’Italia ha evidenziato la problematiche legate alla gestione “in reale” dei test dei veicoli senza conducente, nella loro configurazione finale. Gli esperti del Ministero hanno inoltre sostenuto che fino al livello 5 di automazione la responsabilità sia comunque da attribuire al conducente, ma che rimane determinante un attento monitoraggio della guida per valutare eventuali responsabilità del veicolo.
La sessione sull’integrazione dei mezzi a guida autonoma nelle politiche di mobilità locali è stata aperta con il racconto dell’esperienza virtuosa dei “robot-taxi” nella cittadina di Rouen, capoluogo della Normandia, che parla di un servizio innovativo che ha permesso di collegare anche le aree rurali con costi sostanzialmentee equiparabili a quelli di una comune linea bus.
Gli esperti del G7 si riuniranno nuovamente per fare il punto della situazione entro la fine dell’anno.