Pubblicato il 27 Novembre 2024
La Strategia Nazionale dell’Idrogeno, realizzata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, è stata presentata nella sede del GSE a Roma.
La diffusione dell’idrogeno rinnovabile e a bassa emissione carbonica nel piano strategico nazionale presentato dal Governo si articola su diversi obiettivi. Da quelli di breve e medio periodo a quelli a lungo termine. Il traguardo finale da raggiungere è, comunque, accelerare la sfida della decarbonizzazione.
Tre sono i possibili scenari sviluppati su un orizzonte temporale di lungo periodo secondo il Mase. La strategia stima una “domanda nazionale” tra 6 e 12 Mtep con una corrispondente necessità di elettrolizzatori variabile da alcuni GW fino ad alcune decine di GW a seconda delle condizioni di contesto. Per decarbonizzare i consumi, si spiega nel piano, servirà la combinazione di diverse fonti, tra cui, appunto l’idrogeno. La sfida della sostenibilità, dunque, necessita dell’adozione della neutralità tecnologica e dell’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili.
Per il Ministero occorre quindi, oltre alla rinnovabili, lo sviluppo della “Carbon Capture Storage”, di biofuel, biometano e, non ultimo, dell’idrogeno, anche eventualmente affiancato dalla ripresa della produzione nucleare.
Solo così, si afferma nel piano strategico, “si potrà soddisfare la domanda a fronte di fonti non programmabili e intermittenti, con la capacità di trasportare grandi quantità di energia su lunghe distanze e a costi competitivi”.
Tra le variabili che incidono sull’idrogeno sicuramente la decarbonizzazione degli usi finali (trasporto pesante, settore marittimo e aereo), l’integrazione del sistema energetico, la realizzazione di una filiera forte e competitiva.
Il documento strategico individua alcuni punti salienti per diminuire i costi per la produzione e la distribuzione dell’idrogeno. “Nel medio e lungo periodo – viene spiegato nella Strategia – lo sviluppo di una produzione ‘large scale’ e di un’infrastruttura dedicata permetterà di abbattere i costi di produzione”. Altro punto interessante per il settore dei trasporti l’idea che “una logistica su gomma di idrogeno gassoso e liquido potrà essere di supporto nel medio periodo”. Viene citato nel documento il progetto “Southern Hydrogen Corridor”, di cui la dorsale italiana è parte integrante, che “renderà l’Italia un hub europeo dell’idrogeno, favorendo i flussi di importazione”.
Il piano, dunque, immagina nel lungo periodo proiettato al 2050 un mix variabile fra produzione interna (rinnovabile) e importazioni soprattutto dal Nord Africa.
Sarà perciò fondamentale, per dare concretezza alla strategia nazionale, nel breve periodo mettere a terra i progetti PNRR e IPCEI e in prospettiva attuare i progetti “Gross Scale”. Naturalmente in un quadro di attuazione del Piano Draghi per la politica europea.
“L’idrogeno è una delle soluzioni fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, che abbiamo chiaramente delineato nel PNIEC e devono portarci al “Net Zero” al 2050. La nostra Strategia si articola su diversi scenari, sapendo che l’affermazione del vettore idrogeno dipenderà da molteplici e trasversali tematiche. Oggi il governo – conclude Pichetto – vuole dunque condividere con imprese e industrie una visione su un settore che già può contare su risorse complessive superiori ai 6 miliardi, ma che ha ancora bisogno di sviluppare un mercato solido e va dunque accompagnato con nuovi strumenti, insieme a una forte coesione inter-istituzionale”.