Pubblicato il 9 Aprile 2021
In una recente intervista, gli esperti di ERTICO Giacomo Somma e Nikolaos Tsampieris discutono delle nuove tecnologie emergenti del trasporto connesso e del futuro di questo settore.
Sotto la lente di ingrandimento, le autorità dei trasporti e la spinosa questione di dove concentrare gli investimenti per migliorare la connettività delle reti di trasporto.
“Viviamo in un’era digitale in cui i dati personali, ma anche quelli pubblici e industriali, stanno creando un’economia agile, dove la mobilità intelligente risulta essere fondamentale. È in questo settore che la trasformazione sarà evidente ed è per questo motivo che dobbiamo anticipare e gestire il cambiamento, afferma Giacomo Somma.
“Le autorità pubbliche possono svolgere un ruolo centrale, che va dalle azioni normative e politiche, alla pianificazione della mobilità. La connettività svolge un ruolo cruciale nel migliorare la mobilità in termini di sicurezza, emissioni, inclusione sociale e vivibilità” – dice Somma -.
“La direttiva ITS (2010/40/UE) pone le basi per la diffusione di punti di accesso nazionali (PAN) federati e interoperabili a livello dell’UE. L’implementazione di PAN che ampliano e integrano le capacità di connettività e le fonti di dati alla rete di trasporto globale (autostrade, strade nazionali e urbane) e agli attori della mobilità (pubblica, commerciale, privata) è il luogo in cui le autorità pubbliche possono pianificare i loro investimenti. Ciò comporterà l’integrazione di sistemi e servizi di trasporto intelligenti cooperativi con la gestione interattiva del traffico e la realizzazione di un sistema di trasporto multimodale, che comprenda il trasporto stradale, ferroviario, idrico e aereo per persone e merci.
Tali investimenti creeranno la spina dorsale tecnologica per consentire un nuovo paradigma di mobilità incentrato sull’utente basato sui servizi piuttosto che sulla proprietà, e che coinvolgerà anche i veicoli autonomi. A livello di interconnettività e interdipendenza, le reti nazionali non possono più essere concepite in modo frammentario l’una dall’altra”, conclude Giacomo Somma.
Affrontato anche il tema del ruolo dell’UE, per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile della società e garantire l’armonizzazione e la sincronizzazione a livello europeo in termini di sistemi di mobilità, con particolare attenzione all’interoperabilità e alla continuità dei servizi. Condizioni queste fondamentali per consentire ulteriori applicazioni nelle città che si adatteranno alle esigenze e alle politiche locali.
Nikolaos Tsampieris affronta invece il tema dell’importanza dell’equilibrio tra l’avanzamento dell’infrastruttura digitale e fisica: “Il progresso delle infrastrutture stradali nelle sue manifestazioni fisiche e digitali, svolgerà un ruolo fondamentale nella distribuzione di veicoli autonomi e verso un sistema di trasporto completamente automatizzato, intelligente, connesso e automatizzato”.
L’infrastruttura digitale – continua Tsampieris- abilitata da tecnologie come l’intelligenza artificiale e l’Internet of Things, e aiutata dalle comunicazioni wireless, influisce positivamente sulla sicurezza e soddisfa la coesistenza di veicoli convenzionali e automatizzati durante il periodo di transizione, consentendo l’introduzione incrementale dell’automazione completa dei veicoli. Inoltre, con l’aumento graduale della penetrazione di veicoli con livelli di automazione più elevati (SAE), le infrastrutture stradali cambieranno gradualmente”.
Tsampieris menziona anche il ruolo che l’apertura digitale e i dati aperti devono svolgere nello sviluppo delle infrastrutture digitali. “Si tratta di dati onnipervasivi, fondamentali per le nuove tecnologie digitali, che hanno il potenziale per sostenere il cambiamento trasformativo dal mondo analogico a una nuova realtà digitale nel settore dei trasporti. L’utilizzo efficace di dati aperti prontamente disponibili può promuovere una perfetta integrazione di tutte le modalità di trasporto, aumentandone successivamente la capacità, migliorandone la qualità e l’impronta ambientale”, conclude Tsampieris.