Pubblicato il 8 Maggio 2017
L’Allegato Infrastrutture, presentato con il Def 2017 e intitolato “Connettere l’Italia: fabbisogni e progetti infrastrutturali”, individua le opere infrastrutturali necessarie fino al 2030 e introduce i parametri di programmazione strategica e valutazione ex ante degli interventi, ma soprattutto sottolinea il principio secondo il quale gli ITS possono dare una grande mano a massimizzare l’utilizzo del patrimonio esistente.
L’analisi dei fabbisogni infrastrutturali è focalizzata prioritariamente sui collegamenti alla Rete SNIT (Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti) di 1° livello ed ha individuato i deficit di capacità infrastrutturale (congestione) e di prestazioni (es. scarsa sicurezza stradale o scarsa accessibilità) che pregiudicano il raggiungimento degli obiettivi strategici al 2030. Il documento individua quindi oltre 100 interventi e programmi che però non devono necessariamente riguardare nuove opere, ma interventi che soddisfano i fabbisogni infrastrutturali anche attraverso l’utilizzo diffuso delle tecnologie per massimizzare le prestazioni delle infrastrutture, manutenzione straordinaria e potenziamento dei raccordi intermodali. Maggiore ricorso alla tecnologia quindi per aumentare la capacità delle linee ferroviarie per passeggeri e per il traffico merci in linea con la “cura del ferro“. Per quanto concerne le smart road e digitalizzazione per la rete viaria, l’obiettivo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) è quello di superare le criticità attuali, fluidificando il traffico e aumentando la sicurezza.
L’Allegato analizza l’offerta delle infrastrutture di trasporto esistenti, su cui si effettuano servizi di interesse nazionale e internazionale e aggiorna il Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti (SNIT), la struttura portante del sistema italiano di offerta di mobilità delle persone e delle merci, rispetto alla versione del Piano Generale dei Trasporti e della Logistica del 2001, secondo i criteri specifici per modalità di trasporto e considerando le novità intervenute nel frattempo.
“La progressiva estensione – si legge nel testo dell’Allegato – del programma di digitalizzazione (incluso il monitoraggio con sensoristica avanzata delle strutture, come ponti e viadotti) a nuove tratte e poi almeno allo SNIT di 1° livello ha un orizzonte temporale di medio – lungo termine e potrà essere opportunamente concepito sviluppando uno specifico progetto di fattibilità”. Particolare rilievo viene dato all’applicazione delle tecnologie a sostegno della logistica: nei porti la linea è quella di “adottare tecnologie per velocizzare le procedure e aumentare la capacità attuale” precedendo sulla strada già tracciata dai fast corridor e dal pre-clearing, mentre nelle città si punta al trasporto rapido di massa attraverso lo sviluppo di sistemi integrati di mobilità anche condivisa. Gli obiettivi vengono perseguiti con strategie trasversali alle modalità di trasporto: infrastrutture utili, snelle e condivise, integrazione modale e intermodalità, valorizzazione del patrimonio infrastrutturale esistente, sviluppo urbano sostenibile.