Pubblicato il 15 Giugno 2021
La spesa per ricerca e sviluppo (R&S) nel settore marittimo tra il 2007 e il 2019 è rimasta stagnante rispetto a quella di altri settori. Lo ha comunicato l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), precisando che l’importo totale degli investimenti aziendali in ricerca e sviluppo nel settore è sostanzialmente diminuito: da 2,7 miliardi di dollari nel 2017 a 1,6 miliardi di dollari nel 2019.
Secondo l‘International Chamber of Shipping (ICS), che rappresenta l’80% della flotta mercantile mondiale, senza segnali decisivi dei governi tale situazione potrebbe mettere a repentaglio la capacità dell’industria di procedere verso la decarbonizzazione della flotta.
In particolare, la mancanza di chiarezza, in parte dovuta ai crescenti livelli di rischio politico e al conseguente rischio di investimento, sta portando a investimenti limitati in ricerca e sviluppo per i combustibili “verdi” per le navi e le relative tecnologie necessarie per operare in sicurezza. Vi è anche una crescente preoccupazione per la sicurezza e le emissioni tossiche associate all’uso di alcuni combustibili alternativi proposti.
Purtroppo in Italia la situazione è anche peggiore, se si considera che le sole tre facoltà di ingegneria navale sono da tempo drammaticamente sotto organico. La situazione degli istituti di riferimento del CNR è altrettanto problematica, con finanziamenti che coprono appena i costi strutturali e con investimenti bloccati per quanto riguarda la ricerca. Un quadro che si scontra con la realtà dell’intera economia italiana, totalmente dipendente dalle materie prime e dalle esportazioni che viaggiano via mare.
L’impegno dell’International Chamber of Shipping
Lo sviluppo tecnologico è tradizionalmente incerto e richiede tempo, per questo ICS sta co-sponsorizzando, insieme a governi e partner del settore, un fondo di ricerca e sviluppo di 5 miliardi di dollari per lo shipping (IMRF), che fornisce certezza attraverso finanziamenti garantiti a 10 anni per sostenere la “riduzione del rischio degli investimenti” per l’avanzamento dei livelli di preparazione tecnologica.
L’ICS chiede in sostanza un chiaro segnale politico in modo che gli investimenti possano essere portati avanti per creare le tecnologie necessarie per decarbonizzare l’industria.