Pubblicato il 30 Ottobre 2020

La pandemia da Covid-19 sta ridisegnando la mobilità urbana e con essa la pianificazione del territorio, dando forte impulso a quei processi già in atto, in forma embrionale, in molte città europee.

L’Unece (United Nations economic commission for Europe) ha realizzato, con il contributo della Federazione Russa, un manuale (A Handbook on Sustainable Urban Mobility and Spatial – Planning Promoting Active Mobility) per illustrare quali dovranno essere gli approcci globali della mobilità e della gestione del territorio.

Elaborato nel quadro del Transport, Health and Environment Pan-European Programme (THE PEP) di Unece e Organizzazione mondiale della sanità, riconosce i legami stretti tra le diverse dimensioni dell’urbanesimo e punta a contribuire alla politica urbana e a fare in modo che i decisori – sindaci, urbanistici, ingegneri delle infrastrutture dei trasporti… – adottino un approccio multidisciplinare alla mobilità sostenibile perché, spiega l’Unece  “questo è essenziale per rispondere ai bisogni delle popolazioni ed evitare l’ingorgo urbano”.

Esempi virtuosi

Nel manuale sono presenti casi di studio, buone pratiche ed esempi che riguardano un ampio ventaglio di tematiche e in particolare il futuro della mobilità urbana, la gestione del territorio in funzione della mobilità urbana sostenibile e dell’accessibilità, la pianificazione dei trasporti pubblici, la mobilità attiva e il suo contributo agli obiettivi sanitari e ambientali e il potenziale dei trasporti intelligenti in un contesto urbano. Attingendo alle esperienze delle città, “il manuale propone una metodologia per la pianificazione del trasporto urbano sostenibile e fornisce elementi di base per lo sviluppo di un modello analitico costi-benefici delle politiche di trasporto per consentire ai responsabili politici di valutare l’adeguatezza delle diverse politiche”.

Tra i molti esempi evidenziati, l’analisi fa riferimento all’approccio adottato ad Almaty, in Kazakistan, che ha creato un corridoio di autobus e filobus ad alta velocità che ora serve 26 rotte che trasportano 140.000 passeggeri al giorno, riducendo i tempi di viaggio degli autobus del 20% grazie a viaggi senza congestione. Nel 2018 sono stati commissionati oltre 100 km di corsie dedicate al trasporto pubblico e più di 80 km di piste ciclabili, è stato messo in atto un sistema di noleggio bici urbano e si sono svolti eventi ciclistici di massa per promuovere forme di mobilità sostenibile. La città sta procedendo verso l’eliminazione del traffico automobilistico privato al fine di ridurre le emissioni dei veicoli a motore.

Un altro esempio chiave identificato è Copenaghen, che è stata a lungo un modello per le città che si sforzano di sviluppare la bicicletta. Tutti i percorsi ciclabili (più di 28) che vanno dalla periferia al centro città sono fisicamente separati dalla carreggiata. La regione della capitale vanta ora più di mille chilometri di piste ciclabili dedicate e diverse centinaia di chilometri di piste ciclabili. Gli investimenti nelle infrastrutture per la bicicletta possono essere spiegati non da preoccupazioni ambientali, ma da meri guadagni finanziari. Il costo di un chilometro di pista ciclabile viene recuperato dopo cinque anni grazie al miglioramento della salute di chi lo utilizza regolarmente. Il traffico stradale su questi tratti di strada è ridotto del 10%, mentre il traffico ciclistico aumenta del 20%. Circa il 41% dei cittadini si reca al lavoro o a scuola in bicicletta, risparmiando circa 235 milioni di euro all’anno.

In termini di soluzioni alternative, il car sharing è stato lanciato a Mosca nel 2015 preceduto dal sistema di city bike sharing (2013) ed è stato seguito dagli scooter elettrici (2018). Ora la flotta di car sharing a Mosca comprende 11.000 auto, la rete di bike sharing vanta 4.300 biciclette. Attualmente ci sono più di 30.000 viaggi in car sharing e oltre 27.000 viaggi in bicicletta al giorno a Mosca. Parallelamente, le autorità regionali di Mosca stanno implementando un sofisticato sistema di trasporto intelligente (ITS) che include sottosistemi di informazioni per gli utenti della strada, gestione automatizzata del traffico, registrazione CCTV e sistemi di telecontrollo. Le misure ITS contribuiscono all’armonizzazione dei flussi di traffico, nonché a garantire una risposta rapida alle situazioni di emergenza.

Come esempio di approccio alla pianificazione dei trasporti di successo, il manuale identifica il Piano di mobilità urbana sostenibile di Basilea, che sin dal suo sviluppo e attuazione ha portato a miglioramenti significativi: riduzione del traffico automobilistico sulle strade urbane nonostante la crescita della popolazione; l’accessibilità che caratterizza la regione, soprattutto con i mezzi pubblici; un aumento significativo del numero di ciclisti e il notevole miglioramento della sicurezza stradale e della qualità dell’aria.

Proposte

Il manuale richiede l’uso dei principi “evitare” – “spostare” – “migliorare” come base per l’integrazione dei trasporti e della pianificazione urbana e per l’attuazione della gestione della domanda. Tra le proposte del manuale Unece: lo sviluppo di aree urbane compatte, dense e orientate al trasporto pubblico, combinato con la promozione dell’uso misto del suolo, riduce la necessità di muoversi (“evitare”). Lo sviluppo del trasporto pubblico e delle aree orientate alla mobilità urbana attiva sostiene il passaggio a modi di trasporto più puliti e più sani (“spostamento”). Lo sviluppo e l’adattamento di nuove tecnologie nelle aree urbane sostiene il miglioramento del sistema di trasporto urbano (“migliora”).

Per indirizzare meglio i responsabili politici, l’Unece presenta una serie di raccomandazioni pratiche. 

Per ottenere un trasporto più sostenibile, ad esempio, è necessario:

  • a) sostituire le flotte di autobus inquinanti;
  • b) la promozione dell’elettromobilità;
  • c) lo sviluppo di tram e centri intermodali moderni;
  • d) lo sviluppo di adeguate politiche di pianificazione del territorio.

Attenzione poi allo sviluppo della mobilità attiva che è un elemento essenziale delle città sane. Andare a piedi e in bicicletta dovrebbe essere incoraggiato non solo nei centri urbani, ma anche su scala molto più ampia, in combinazione con altri modi di trasporto, compreso il trasporto pubblico. Le città devono sviluppare hub intermodali di facile utilizzo e fornire strutture che promuovano la bicicletta e le passeggiate. Iniziative come la Rete delle città sane dell’Oms dovrebbero prestare maggiore attenzione ai trasporti e alla mobilità come fattori chiave. 

Le città possono poi trarre il massimo da una nuova generazione di sistemi di trasporto intelligenti sfruttando le opportunità finanziarie e tecnologiche offerte dalla digitalizzazione.