rapporto

Pubblicato il 8 Dicembre 2024

Presentato il 21esimo rapporto Isfort sulla mobilità degli italiani. L’incontro si è tenuto presso la sede del CNEL. A redigere il rapporto Isfort, con il contributo scientifico della STM del MIT, del CNEL e delle Associazioni AGENS ed ASSTRA.

Il metodo Isfort

L’Osservatorio «Audimob», realizzato da Isfort, si basa su un’indagine campionaria annuale sulla mobilità della popolazione italiana residente tra 14 e 85 anni. In parte l’indagine avviene attraverso interviste telefoniche (70% del totale, con metodo CATI). La restante parte, invece, via computer con metodo CAWI. 

Finora le annualità esaminate sono 24 dal 2000 al 2023, mentre il 2024 è in fase di completamento.

Il margine di errore è estremamente basso, pari all’1%. Dai dati raccolti è esclusa la domanda di mobilità di tipo turistico. La stratificazione impiegata è regionale e divisa per generi e classi di età. Nel 2023 hanno risposto all’indagine Audimob Isfort 16.200 individui. Per ogni spostamento si rileva lunghezza e tempo di percorrenza, origine e destinazione, motivazione, sistematicità, mezzo di trasporto utilizzato. 

Il rapporto di Carminucci

A presentare i risultati del rapporto il direttore di Isfort Carlo Carminucci. Nel suo studio un posto di rilievo assume anche la tesi del professor Ennio Cascetta sulla Settima rivoluzione dei trasporti (nella foto).

L’analisi di Isfort disegna un quadro a tinte mutevoli. Nonostante si senta nel Paese l’esigenza di innovazione, tuttavia la situazione è ancora caratterizzata da un forte squilibrio modale, peggiorato dopo lo shock pandemico, che nell’ultimo anno e mezzo ha manifestato segnali di miglioramento, ma ancora molto deboli. Sono ancora profonde le fratture territoriali che anzi sembrano in allargamento. Sono tuttora penalizzate le aree povere, periferiche e del Sud, anche a causa di sottodotazioni di infrastrutture e servizi. E sono presenti, anche se meno che nel passato i divari tra i cluster socionagrafici con la maggiore debolezza nei modelli di mobilità di donne, anziani, disoccupati e pensionati.  

Esiste uno scarto, poi, tra gli ingenti finanziamenti per le infrastrutture e quelli, quasi inesistenti, per i servizi. Allo stesso tempo i miglioramenti delle politiche locali e della pianificazione per la mobilità sostenibile e integrata sono insufficienti per incidere sul riequilibrio modale. 

La necessità di una “scossa”

Secondo le conclusioni avanzate nel rapporto Isfort ciò che occorre è un cambio di passo più deciso del sistema per cogliere le opportunità aperte dalla rivoluzione tecnologico-digitale in atto e dai cambi di paradigma dei modelli di mobilità. 

La mobilità delle persone è oggi attraversata da cambi di paradigma nell’offerta di servizi, nei sistemi organizzativi, nella cultura della domanda. 

Il rapporto mette in evidenza tra i processi di “rivoluzione” in atto, o ancora solo in embrione:
❑ il concetto di “mobilità come servizio” e il connesso sviluppo di piattaforme per l’integrazione di nuovi e tradizionali servizi di trasporto
❑ la frammentazione della domanda e la conseguente offerta, di servizi di mobilità più personalizzati, flessibili e condivisi
❑ le innovazioni, grazie anche alle applicazioni dell’AI, nella digitalizzazione che abilita i nuovi modelli di domanda (piattaforme MaaS, servizi flessibili-DRT, sharing mobility), nelle motorizzazioni (elettrico, idrogeno), nelle connessioni (“internet delle cose”), nella guida autonoma

❑ lo sviluppo di infrastrutture per l’integrazione complessa di reti e servizi di mobilità sostenibile, a partire dai nodi (hub) del trasporto pubblico (modello TOD)
❑ la valorizzazione e la fruizione di qualità degli spazi pubblici, incoraggiando soluzioni di mobilità dolce (Città dei 15 minuti, Città della prossimità).  

Chi volesse leggere la sintesi del rapporto Isfort può farlo al seguente link: Sintesi Rapporto Mobilità