Pubblicato il 15 Giugno 2020
L’emergenza dovuta al COVID-19 ha avuto impatti devastanti sull’intero settore della mobilità: urbana, extraurbana, ferroviaria, marittima e aerea.
Quale ruolo hanno avuto gli ITS nell’emergenza? TTS Italia risponde alla domanda con un sondaggio che analizza sia gli impatti del coronavirus sulla società e nella mobilità, sia il fondamentale ruolo svolto dall’innovazione tecnologica.
L’indagine è stata condotta sia a livello nazionale che internazionale, coinvolgendo gli associati a TTS Italia e le associazioni europee della National ITS Associations Network e associazioni extra Europe.
Impatti sociali e sulla mobilità
Lo smart working continuerà ad essere la normalità nell’attività lavorativa nel breve – medio termine (nei prossimi 2 anni) secondo l’85% del target italiano e il 93% internazionale. Condizione che permette di diminuire gli spostamenti casa-lavoro.
Il distanziamento sociale condiziona inevitabilmente la popolazione nell’uso dei mezzi di trasporto collettivo (bus, metro, treno, aereo, taxi, ecc.). Secondo il 95% del target italiano e il 99% di quello internazionale la popolazione tenderà a non utilizzare il trasporto collettivo se non costretta. Ciò comporterà un amento dell’uso dell’auto privata (90% italiano e 90% internazionale) o di mezzi alternativi come le biciclette o monopattini (60% italiano e 20% internazionale).
Diverse le sfide che dovranno affrontare gli operatori e i gestori del servizio di trasporto collettivo per consentire un uso sicuro dei mezzi di trasporto. Secondo il 70% del target italiano e il 60% di quello internazionale la sanificazione continua dei mezzi e il mantenimento del distanziamento costituiscono le sfide maggiori. Per soddisfare la domanda e contemporaneamente rispettare il distanziamento sarebbe auspicabile un aumento del numero di mezzi in circolazione. Necessario poi aumentare dotazione tecnologica dei mezzi come conta passeggeri, sistemi di prenotazione, controllo degli accessi (40% italiano e 60% internazionale).
La sharing mobility avrà un ruolo determinante nella mobilità del prossimo futuro. Car sharing e car pooling saranno molto penalizzati – almeno nei prossimi due anni – (80% italiano e 90% internazionale), mentre biciclette, motorini e monopattini saranno utilizzati per la maggiore, perché percepiti come più sicuri.
I service provider dovranno fronteggiare diverse sfide per agevolare e supportare gli operatori e gestori del servizio di trasporto collettivo e di mobilità condivisa. Necessario innanzitutto accelerare la realizzazione di servizi MaaS, aumentare la condivisione dei dati fra pubblico e privato per permettere al pubblico di monitorare gli spostamenti e il trasporto collettivo (40% italiano e 30% internazionale). I dati potranno essere utilizzati anche per fornire informazione in tempo reale sullo stato di riempimento dei mezzi del TPL e sulle alternative modali (20% italiano e 30% internazionale).
Secondo l’85% del target italiano e il 95% di quello internazionale è necessario ripensare il modello della mobilità urbana in un’ottica intermodale attraverso l’impiego massiccio di ITS e di servizi MaaS. Realizzare concretamente gli interventi previsti nei Piani Urbani di Mobilità Sostenibile (PUMS) puntando per la gestione della mobilità su ITS, big data, sistemi di informazione in tempo reale sullo stato della rete e dei servizi di trasporto, trasporto pubblico sicuro, veicoli puliti, sharing mobility, logistica urbana ottimizzata e sostenibile (50% italiano e 30% internazionale).
Il ruolo dell’innovazione tecnologica nel trasporto passeggeri
Una digitalizzazione sempre più spinta e diffusa nel settore dei trasporti avrà sicuramente un ruolo decisivo nella gestione della Fase 2 dell’emergenza COVID, soprattutto per quanto concerne il trasporto collettivo.
Per garantire un trasporto urbano sicuro, secondo il 90% del target italiano e il 95% di quello internazionale è fondamentale cogliere l’opportunità per semplificare, dematerializzare, digitalizzare e per consentire di adottare in modo diffuso modelli di mobilità veramente smart in ottica MaaS. Implementare su tutto il territorio di servizi di prenotazione, bigliettazione elettronica, sistemi conta passeggeri, servizi di informazione all’utenza in tempo reale, sistemi di priorità al mezzo pubblico e sistemi di gestione intelligente del traffico (80% italiano e 90% internazionale). Adottare di sistemi di controllo accessi al trasporto pubblico collegati con app di tracciamento sanitario e rilevamento delle temperature (25% italiano e 15% internazionale).
La tecnologia potrà supportare e favorire la diffusione di nuovi modelli per la mobilità delle persone, sia urbani che extraurbani attraverso: l’introduzione di sistemi C-ITS, smart roads e servizi MaaS interoperabili (80% italiano e 90% internazionale); spingere sulla digitalizzazione della mobilità per realizzare servizi realmente interoperabili sul territorio e superare le diversificazioni locali (80% italiano e 50% internazionale); potenziare connettività, integrazione e informazioni per realizzare servizi MaaS funzionanti e fruibili ovunque, non limitati su scala locale (40% italiano e 50% internazionale).
ITS per la logistica e trasporto merci
Dall’indagine emerge che la tecnologia potrà contribuire all’evoluzione della logistica per garantirne una maggiore efficienza.
Secondo il 80% del target italiano e il 70% di quello internazionale la digitalizzazione e dematerializzazione delle procedure sono l’elemento essenziale per l’efficientamento dell’intero comparto della logistica in un’ottica multimodale. Occorre poi predisporre un piano di interventi pubblici per spingere le aziende del settore ad innovare i mezzi e i processi (25% italiano e 5% internazionale) ed è fondamentale soprattutto per il target italiano (20% e 0% internazionale) promuovere l’interoperabilità delle diverse piattaforme digitali come la PNL e spingere sulla digitalizzazione dei processi anche nelle PMI dove non sono ancora diffusi.
I sistemi intelligenti possono contribuire a una maggiore efficacia e sostenibilità maggiore del trasporto su gomma. Occorre quindi potenziare la penetrazione dei sistemi ITS nel settore della logistica e del trasporto merci urbano in particolare attualmente ancora limitata (50% italiano e 20% internazionale), andrebbero poi agevolati progetti di mobilità sostenibile delle merci in ambito urbano con l’utilizzo di ITS per la pianificazione e la gestione in tempo reale dei percorsi e delle consegne (40% italiano e 50% internazionale).
La tecnologia diventa fondamentale anche nel rapporto con i clienti. Secondo il 30% del target italiano e il 40% di quello internazionale è necessario evolvere i modelli di business in una chiave a distanza, puntare quindi sull’e-commerce e il digital marketing. Promuovere l’offerta di prodotti innovativi e customizzati (10% italiano e 20% internazionale) e fare sistema con altri partner e cogliere le opportunità di finanziamento per realizzare progetti di grande dimensioni (20% italiano e 40% internazionale).
La mobilità del futuro
Dall’indagine emerge quindi che innovazione, connettività e sostenibilità devono essere i tre pilastri su cui basare la (nuova) smart mobility.
Necessario ridisegnare l’ecosistema della mobilità con un approccio di sistema in cui l’innovazione tecnologica rivesta un ruolo fondamentale. Gli ITS – emerge con forza dall’indagine – vengono infatti considerati, sia a livello nazionale che internazionale, lo strumento chiave per la gestione della mobilità post emergenza COVID-19.
Le soluzioni sempre più smart e i MaaS permetteranno di affrontare le criticità del trasporto collettivo, evitando il ritorno massiccio alla mobilità privata, garantendo al contempo una maggiore efficienza della catena logistica.