Pubblicato il 6 Dicembre 2021

I trasporti in Italia causano circa il 25% delle emissioni di Co2, ma non in modo uniforme. Il trasporto delle merci inquina in proporzione molto di più di quello viaggiatori: il 40 % delle emissioni del settore è dovuto alle merci a fronte di un parco di autocarri che è meno dell’8% del totale.

Il dato è stato riportato da Ennio Cascetta, presidente Cluster Trasporti Italia e ordinario di Infrastrutture e Sistemi di Trasporto Università Mercatorum, in un recente articolo pubblicato sul Corriere della Sera.  

Cascetta ha sottolineato che per alcuni beni di largo consumo, la Co2 generata per la distribuzione è doppia rispetto a quella emessa per la produzione, “inutile quindi investire per rendere la produzione più sostenibile se non ci si preoccupa di conoscere le emissioni causate dalle proprie scelte logistiche”, ha precisato il presidente del Cluster.

Cascetta invoca quindi una riforma culturale che metta al centro alcuni punti fermi per definire una “logistica 3S”: semplice, sicura e sostenibile.
La ricetta individuata per questa svolta indispensabile dovrebbe passare attraverso forme di incentivazione della sostenibilità (ad esempio all’interno delle gare) ma soprattutto attraverso una battaglia per ridurre il trasporto di aria, “di gran lunga la merce più trasportata”.

Un percorso che può essere facilitato grazie alla tecnologia: “Si possono immaginare servizi di trasporto multiutente, creare sistemi di premialità (carbon credits) o penalità (carbon tax) – ha segnalato Cascetta.

La situazione in Italia presenta d’altronde un parco camion ancora molto inquinante: oltre il 66% dei mezzi è di classe Euro 4 o pre e il tasso di rinnovo del parco è lento nonostante i contributi pubblici.
Ma oggi, nel post pandemia, “si può immaginare una politica smart di incentivazione alla rottamazione” ha concluso Cascetta.

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