Pubblicato il 17 Giugno 2021
Dalla Lombardia alla Sicilia, le Hydrogen Valley in Italia stanno crescendo in linea con la strategia nazionale per l’idrogeno e con il Recovery Plan.
In Lombardia la hydrogen valley è già un progetto operativo che riguarda i trasporti ferroviari. La location scelta è la Valcamonica, nel dettaglio lungo l’asse ferroviario Brescia-Iseo-Edolo, dove da fine 2020 è partito il piano H2iseO di FNM e Trenord che fa leva sulla riconversione della linea ferroviaria non elettrificata – oggi percorsa da treni a motore diesel – a treni con trazione ibrida elettrica-Idrogeno.
La Regione Piemonte ha costruito e sostenuto la creazione di una filiera dell’idrogeno con più di 3.000 mq di aree dedicate e già attive, importanti attività di sviluppo di soluzioni e prodotti nella traiettoria dell’idrogeno, sviluppati da imprese grandi e piccole.
Nell’ottica di cogliere l’opportunità offerta dal Recovery Plan, la Regione si è candidata ad ospitare il Centro Nazionale di Alta Tecnologia per l’Idrogeno, aprendo una manifestazione d’interesse rivolta agli stakeholder che ha condotto a una mappatura dell’interesse dell’ecosistema industriale, imprenditoriale e accademico sul vettore energetico.
A maggio Snam ha annunciato l’avvio dell’Hydrogen Innovation Center, polo di eccellenza nazionale per le tecnologie dell’idrogeno che si pone l’obiettivo di aggregare partner industriali e centri di ricerca universitari per accelerare lo sviluppo del settore e contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici nazionali ed europei. La prima sede dell’Hydrogen Innovation Center sarà inaugurata a Modena, nell’ambito di un accordo di collaborazione tra Snam e UNIMORE (Università degli studi di Modena e Reggio Emilia). A quello emiliano si affiancheranno successivamente altri hub nel Paese, tra i quali uno con il Politecnico di Milano; entro la fine del 2021 è prevista anche la creazione di un hub oltreoceano, in collaborazione con una prestigiosa università degli Stati Uniti.
Alle porte di Roma è operativo il progetto di ENEA per creare una hydrogen valley presso il Centro di ricerche di Casaccia. Nasce con un investimento da 14 milioni di euro per dar vita al primo incubatore tecnologico italiano per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno, in collaborazione con università, istituti di ricerca, associazioni e imprese, con l’obiettivo di favorire la transizione energetica e la decarbonizzazione. I fondi vengono da Mission Innovation, iniziativa globale cui partecipano 24 paesi e la Commissione europea con l’obiettivo di accelerare l’innovazione nel campo dell’energia pulita e affrontare i cambiamenti climatici.
A Terni l’impianto siderurgico AST collabora con l’azienda di trasporti Busitalia. Il progetto punta non solo sull’utilizzo dell’idrogeno per la mobilità – per cui potranno essere utilizzate le risorse messe a disposizione dal MIMS per l’acquisto di autobus a idrogeno e per la realizzazione delle infrastrutture necessarie, come la stazione di pompaggio e di distribuzione – ma prevede che AST metta a disposizione gratuitamente il surplus di idrogeno prodotto all’interno dell’area industriale e che viene utilizzato in fase di produzione, oltre all’area per la realizzazione della stazione.
La giunta regionale siciliana, infine, ha varato un documento strategico con il quale viene delineato il percorso per rendere l’Isola un punto di riferimento internazionale delle ricerche sull’idrogeno.